Russiagate, l'ex direttore dell'Fbi Comey rivela: "Trump mi chiese di insabbiare
le indagini su Flynn". Il presidente adesso rischia l'impeachment

L'ex direttore dell'Fbi Comey rivela: "Trump mi chiese di insabbiare le indagini su Flynn". Il presidente adesso rischia l'impeachment

di Mario Fabbroni
Stavolta l’impeachment diventa una cosa maledettamente seria. Il presidente Usa Donald Trump infatti nelle prossime ore verrà messo sulla graticola dalla testimonianza giurata dell’ex capo dell’Fbi, James Comey. E saranno parole molto importanti, che peseranno come un macigno sul futuro della Casa Bianca. 

Ma cosa emerge dalla testimonianza scritta già diffusa e che Comey leggerà davanti ai membri della commissione Intelligence del Senato, quella che indaga sull’ipotizzata interferenza della Russia nelle elezioni presidenziali americane dello scorso novembre e sulla possibile collusione tra la campagna Trump e funzionari russi? Innanzitutto che il presidente repubblicano chiese «lealtà» all’ex direttore dell’Fbi da lui silurato e poi di «lasciare correre» (in pratica di chiudere alla buona) l’inchiesta Micheal Flynn, ovvero l’ex consigliere per la Sicurezza nazionale costretto a dimettersi: «Flynn è un bravo ragazzo», pare siano state le parole del tycoon.



Non solo. Emerge pure che Trump a Comey di «uscire pubblicamente» dicendo che il presidente «non era personalmente sotto inchiesta». Comey rispose di avere girato la richiesta al dipartimento di Giustizia. «Ho bisogno di lealtà. Mi aspetto lealtà», gli ribadì Trump. Stando alla testimonianza, Comey non si mosse, nè parlò o cambiò espressione del suo volto: «Durante il silenzio imbarazzante che seguì - è scritto nella testimonianza - ci guardammo in silenzio. Poi la conversazione si spostò su altro ma tornò sulla questione alla fine della nostra cena» datata 27 gennaio.

Un ciclone. Comey rincara: «Non sono “affidabile” nel modo in cui i politici usano la parola».
Il senatore repubblicano dell’Arizona John McCain è tra i primi a reagire: «La deposizione di Comey è inquietante». Il clima è infuocato. Quasi come un guanto di sfida, Trump ha nominato Christopher A. Wray nuovo direttore dell’Fbi: «È una persona impeccabilmente qualificata e so che servirà nuovamente il suo Paese come un fiero guardiano della legge e un modello di integrità». 
Infine Michael Rogers, capo della National Security Agency (Nsa), e Dan Coates, direttore nazionale dell’intelligence USA (Dni), hanno sostenuto «di non aver mai ricevuto pressioni».

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Giugno 2017, 21:23
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