Rapita, violentata e uccisa a 11 anni non avrà giustizia.

Violentata e uccisa a 11 anni non avrà giustizia Ma spunta un audio del papà -Guarda
A soli 11 anni fu rapita, tenuta segregata per giorni e poi stuprata poco prima di essere uccisa: il caso di Candela Rodriguez, che prima tenne col fiato sospeso e poi commosse l'Argentina, si è concluso in maniera drammatica e vergognosa. Quella ragazzina, la cui unica colpa era quella di avere un padre pregiudicato e con debiti nei confronti di alcuni narcotrafficanti, non avrà mai giustizia.

Troppi, infatti, furono gli errori commessi durante le indagini che miravano prima a cercare e poi a indagare sull'omicidio di Candela, scomparsa il 22 agosto 2011 da Hurlingham, la cittadina in provincia di Buenos Aires dove viveva, e ritrovata morta nove giorni dopo da una netturbina in un campo a circa 5 km di distanza dalla sua casa. Alcuni erano così grossolani da insospettire non poco sia la politica, sia la società civile: qualche tempo dopo, una commissione parlamentare certificò ufficialmente che le indagini erano state ampiamente inquinate dagli stessi inquirenti. Il caso che emerse fu quello di una vera e propria complicità tra narcotrafficanti, agenti e dirigenti di polizia. All'epoca saltarono poltrone eccellenti, come quelle di importanti pubblici ministeri e commissari di polizia, ma il caso di corruzione e di occultamento di prove era talmente ampio da rendere inutile ogni possibile accusa. Tutto questo fu evidente sin dal giorno del ritrovamento del corpo: nessuno si preoccupò di isolare il luogo del ritrovamento del corpo per le analisi scientifiche. Lo riporta il quotidiano argentino La Nacion.

Tre giorni dopo il ritrovamento del corpo, contenuto in un sacco di plastica, fu effettuata l'autopsia: Candela era morta per asfissia da soffocamento almeno 48 ore prima del 31 agosto e poco prima di morire aveva anche subito violenza sessuale. Dopo la prima settimana di settembre arrivarono i primi arresti: si trattava di vicini di casa della famiglia di Candela, che viveva con la mamma mentre il padre era detenuto in carcere per un assalto armato ad un portavalori. Le indagini non si erano subito concentrate su Alfredo 'Juancho' Rodriguez: gli inquirenti, nei giorni della scomparsa della ragazzina, affermarono di non credere che potesse essere una vendetta nei confronti del papà di Candela. Molti vicini di casa furono arrestati ma negarono ogni accusa e furono rilasciati con la complicità dei vertici di polizia che da tempo coprivano e permettevano le attività del narcotraffico.





Senza adeguati elementi di prova, che gli inquirenti non avevano mai raccolto, il processo ai tre imputati Hugo Bermudez, Leonardo Jara e Fabian Gomez, rispettivamente di 56, 37 e 45 anni, andò avanti solo grazie alle dichiarazioni di quattro testimoni-chiave. In poco tempo, però, tre testimoni furono uccisi e per il quarto, di conseguenza, scattò la protezione immediata. Nell'aprile 2012, a causa della mancanza di prove che sostenessero in modo netto le tesi dell'accusa, il caso fu chiuso con il proscioglimento di tutti gli imputati. Era la seconda volta in cui Candela veniva uccisa.

Nell'unica notte in cui la casa dell'uomo non era stata sorvegliata da agenti di polizia, nel 2013, un'esplosione devastò l'abitazione e provocò un incendio in cui il testimone morì. Questo permise agli inquirenti di riaprire le indagini, e dopo quattro anni sono spuntati fuori nuovi documenti sull'omicidio di Candela. C'è un audio inquietante che coinvolge il padre della ragazzina e sua madre, la nonna di Candela, e che è stato presentato in aula solo lunedì scorso. Clarin.com riporta la conversazione telefonica tra Alfredo Rodriguez e sua madre. La donna spiega al figlio: «Ha chiamato Candela, dice di essere stata rapita e portata via su un camioncino». «Va bene, ora devo chiudere», rispondeva il padre della bambina. All'epoca la conversazione fu stralciata dagli elementi dell'indagine perché considerata "non indispensabile e di scarso interesse". Ora che è stata ufficialmente presentata in tribunale, potrebbe finalmente riaprire un caso che con tutta probabilità, comunque, non potrà mai essere completamente risolto a causa della corruzione tra dirigenti statali e criminalità organizzata.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 26 Maggio 2017, 14:04
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