Papa Francesco: "Sul caso Regeni mi sono mosso"

Papa Francesco: "Mi sono mosso sul caso Regeni"
Riguardo al caso di Giulio Regeni «sono preoccupato: dalla Santa Sede mi sono mosso su questo tema, perché anche i genitori me lo hanno chiesto». Così papa Francesco, durante il volo dall'Egitto, ha risposto alla domanda dei giornalisti se della vicenda avesse parlato col presidente Al-Sisi. «La Santa Sede si è mossa - ha detto -, non dirò come e dove, ma ci siamo mossi». Del colloquio con Al-Sisi ha invece detto che «era privato, e per rispetto si deve mantenere la riservatezza. È riservato». 

«Generalmente, quando parlo con un capo di Stato in dialogo privato, quello rimane privato - ha spiegato il Pontefice -. A meno che, di comune accordo, su un certo punto si decide di renderlo pubblico». In Egitto, ha aggiunto «ho avuto quattro dialoghi, col grande imam di Al-Azhar, col presidente Al-Sisi, col patriarca copto ortodosso Tawadros e col patriarca copto cattolico Ibrahim. Credo che sia privato - ha concluso - e per rispetto si deve mantenere la riservatezza. È riservato».

Papa Francesco si è detto preoccupato anche per quanto riguarda il rischio di una guerra. I leader che hanno responsabilità in tema di possibili conflitti «io li chiamo e li chiamerò, come ho chiamato altri, a un lavoro per risolvere i problemi sulla strada della diplomazia. Fermiamoci, cerchiamo una soluzione diplomatica - ha aggiunto - E penso che le Nazioni Unite abbiano il dovere di riprendere una leadership, che si è annacquata».

«Ci sono i facilitatori, tanti nel mondo, ci sono i mediatori, si offrono - ha detto il Papa -. Ci sono Paesi come la Norvegia, ad esempio. Nessuno può accusare la Norvegia di essere un Paese dittatoriale. È sempre pronta al lavoro di mediazione. Ma la strada è solo la strada del negoziato, della soluzione diplomatica». «A proposito di questa guerra mondiale a pezzi, di cui parlo da due anni - ha proseguito -, i pezzi si sono allargati, e si sono concentrati, e sono caldi. I missili della Corea del Nord, da un anno lungo ci sono, ma adesso sembra che la cosa si è riscaldata troppo». «Io chiamo sempre a risolvere il problema sulla strada diplomatica, con il negoziato - ha aggiunto -, perché si tratta del futuro dell'umanità. Oggi una guerra allargata distrugge non dico metà, ma buona parte dell'umanità. E della cultura. Sarebbe terribile. Credo che oggi l'umanità non sarebbe capace di sopportarlo».

Alla domanda se sarebbe disponibile a ricevere Trump, Bergoglio si è detto favorevole. «Io non sono stato ancora informato dalla Segreteria di Stato che sia stata fatta una richiesta, ma io ricevo ogni capo di Stato che chiede udienza». 

Ultimo aggiornamento: Sabato 29 Aprile 2017, 22:53
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