Pakistan. Carneficina Isis alla scuola di polizia, 61 morti. "Vittime sorprese nel sonno"

Pakistan. Carneficina Isis alla scuola di polizia, 61 morti. "Vittime sorprese nel sonno"

Nuovo cruento attacco firmato Isis alle forze dell'ordine del Pakistan. Nella notte, per quattro interminabili ore, tre kamikaze - reclutati attraverso un gruppo talebano locale - hanno seminato morte e distruzione nel Centro di addestramento della polizia di Quetta, prima di farsi esplodere o di essere abbattuti dalle forze speciali. Bilancio dell'operazione: almeno 61 morti e 160 feriti. Molte delle vittime sono state sorprese, indifese, mentre dormivano nelle loro camerate e freddate a bruciapelo.
 
 


Tutto è cominciato nella tarda serata di ieri, quando il commando si è avvicinato al "Police Training College" che si trova sulla Shariab Road a qualche chilometro dal capoluogo della provincia di Baluchistan. L'unica guardia che vigilava su una torretta di avvistamento è stata abbattuta dopo una breve sparatoria, e questo ha permesso ai militanti, pesantemente armati, di fare irruzione nel Centro, che funge anche da ostello per allievi e cadetti della polizia. Un testimone dell'intera scena ha detto a GEO Tv che «i tre, a volto coperto, hanno cominciato a sparare all'impazzata, uccidendo a bruciapelo quanti si trovavano sul loro cammino». Dopo aver attraversato le aule al piano terra, ha ancora aggiunto, «i terroristi sono saliti nelle camerate sparando sui giovani che erano a letto».



Una vera carneficina. C'è stato un fuggi fuggi generale in tutte le direzioni, mentre ingenti forze di polizia, dei Rangers e delle 'teste di cuoiò pachistane giungevano sul posto riuscendo, prima di affrontare i militanti, a liberare 250 persone. Sher Afghan, generale dei Corpi di frontiera (Fc), ha reso noto che gli attaccanti erano collegati telefonicamente con l'Afghanistan e che «due di essi ad un certo punto hanno attivato l'esplosivo del giubbotto che indossavano, mentre il terzo è stato abbattuto». L'uso dell'esplosivo C4 al plastico da parte dei militanti, ha aggiunto una fonte, è anche alla base dell'incendio scoppiato nell'ostello durante la battaglia. Un altro cadetto ha invece sottolineato che «non avevamo alcuna arma con noi. Eravamo totalmente indifesi. Altrimenti avremmo potuto dare loro una bella lezione».



Due le rivendicazioni per l'attacco.
La prima dell'Isis è giunta con un comunicato dell'agenzia Aamaq in cui si legge che «tre combattenti infiltratisi dietro le linee hanno attaccato lunedì sera una scuola di polizia nella regione di Quetta». La seconda è stata del gruppo pachistano Lashkar-e-Jhangvi Al-Alami (LeJ-Alami) che ha allegato al suo comunicato la stessa fotografia diffusa dall'Isis, precisando che uno dei militanti del commando era uzbeko, il secondo della Bajaur Agency ed il terzo della Mohmand Agency, territori tribali pachistani. L'accaduto è stato condannato da tutte le autorità del Pakistan, primo fra tutti il premier Nawaz Sharif. Proprio ieri, incontrando il direttore generale del Fondo monetario internazionale (Fmi) Christine Lagarde, Sharif aveva ricordato che la lotta al terrorismo è costata in questi anni la vita a 24.000 persone, mentre altre 50.000 sono rimaste ferite. Questo attacco, il terzo più cruento del 2016 in Pakistan, ha riportato alla memoria la tragedia del 16 dicembre 2014 quando un commando armato fece irruzione in una scuola pubblica dell'esercito di Peshawar, uccidendo 150 persone, moltissime delle quali allievi minorenni.

 
Ultimo aggiornamento: Martedì 25 Ottobre 2016, 17:44
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