La vittoria di Geert Wilders aprirebbe infatti, come lo stesso leader dell’ultradestra populista ha affermato nei giorni scorsi, alla “fine” dell’Europa. A far sentire il suo peso sul voto, la crisi, sempre più dura, con la Turchia, al centro anche del faccia a faccia televisivo tra Rutte e Wilders.
«Conosciamo l'Olanda e gli olandesi dal massacro di Srebrenica. Sappiamo che carattere marcio hanno dal loro massacro di 8000 bosniaci», ha affermato, ieri, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in piena crisi diplomatica con L'Aja, riferendosi al battaglione olandese di caschi blu Onu che non impedì l'uccisione di 8000 musulmani da parte delle forze serbo-bosniache a Srebrenica nel 1995 e ritenendo per questo il Paese «responsabile della peggiore strage dalla Seconda guerra mondiale».
Rutte ha commentato l’affermazione di Erdogan, definendola «una disgustosa distorsione della storia», aggiungendo poi «Non ci abbasseremo al suo livello, è inaccettabile».
Il tema del rapporto con la Turchia, però, rimane caldo, pure per il voto. Wilders per contrastare "l'islamizzazione" del Paese, ha promesso chiusura di frontiere e moschee, nonché divieto di diffusione del Corano.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Marzo 2017, 00:04
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