Nepal, autobus precipita nel vuoto: 15 morti.
Tra i feriti Chiara e Marta, due ragazze italiane

Nepal, autobus precipita nel vuoto: 15 morti. Tra i feriti Chiara e Marta, due ragazze italiane
​Ancora una tragedia sulle strade del Nepal. Un autobus sovraccarico di passeggeri che da Kathmandu viaggiava verso il distretto di Rasuwa è precipitato in una scarpata a Belkot, nel distretto centrale di Nuwakot, con un volo di 200 metri ed un bilancio di almeno 15 morti e decine di feriti.



Fra questi ultimi ci sono due ragazze italiane, la romana Chiara Mastrofini e la veneta Marta Lanzi, che sono ricoverate in due ospedali della capitale con ferite giudicate non gravissime dai sanitari. In particolare Chiara ha contusioni in tutto il corpo ed una ferita alla testa, mentre Marta ha una frattura ad un braccio.



Non appena appresi i particolari dell'incidente, le autorità diplomatiche a New Delhi e consolari a Kolkata (la vecchia Calcutta) responsabili per il Nepal, si sono attivate per verificare le condizioni di salute delle due ragazze italiane. Da un bilancio ancora non definitivo dei morti, per metà donne, emerge che almeno tre sono stranieri: due ragazze israeliane ed uno spagnolo. Fra i feriti, oltre alle italiane, vari israeliani, un francese e uno spagnolo, ricoverati in quattro diversi ospedali.



Chiara, figlia del giornalista Enrico Mastrofini, era partita dall'Italia il 5 luglio con Marta per trascorrere cinque mesi in un progetto del Servizio volontario europeo (Sve) di Milano a sostegno dei bambini orfani di Kathmandu. Si tratta, secondo il piano di lavoro dello stesso Sve, della Moonlight Children's Home che assicura una casa ai bambini abbandonati nella capitale nepalese, per garantire loro un corretto sviluppo e una vita normale.



Al momento dell'incidente Chiara e Marta stavano andando nel Nepal centrale per i festeggiamenti che durano cinque giorni del Festival hindu di Tihar, in cui si celebra il trionfo delle luci, e che è seguito da migliaia di persone provenienti da tutto il Paese e dall'estero. Subito dopo il pauroso volo in mattinata dell'autobus nel dirupo, Marta era riuscita a mettersi in contatto con il padre Stefano, mentre in serata Chiara ha parlato con una responsabile dello Sve che ha poi riferito le sue condizioni di salute al padre.



Per quanto riguarda le cause dell'incidente, il commissario distrettuale della polizia nepalese, Koshhari Niraula, ha dichiarato che sono da attribuirsi «al cattivo stato della strada che porta da Kathmandu a Rasuwa». All'inizio di ottobre, in un altro disastro che ha coinvolto un autobus nel Nepal occidentale, almeno 30 persone hanno perso la vita in un'area rurale del distretto di Doti.
Ultimo aggiornamento: Sabato 25 Ottobre 2014, 11:00
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