Rapita mentre fa jogging, liberata dopo 22 giorni: era finita nella rete dei trafficanti del sesso

Rapita mentre fa jogging, liberata dopo 22 giorni: era finita nella rete dei trafficanti del sesso

di Federica Macagnone
Per 22 giorni di Sherri Papini, 34 anni, non si sono avute notizie. Volatilizzata mentre faceva jogging a Redding, in California, ha lasciato la sua famiglia nella disperazione. Per settimane gli investigatori hanno pattugliato la zona a tappeto senza però riuscire a trovare alcuna traccia di lei. Poi, quando le speranze sembravano ridotte al lumicino, Sherri è tornata dall'inferno in cui era finita: era stata rapita da un gruppo di trafficanti del sesso.

Sherri era scomparsa il 2 novembre. Come ogni giorno era andata a fare jogging, ma non era mai tornata a casa. L'allarme era scattato quando non era andata a prendere a scuola i suoi due figli. Allarmato, il marito Keith ha dato l'allarme e, poche ore dopo, l'intera area di Redding è stata pattugliata per ritrovarla. Tuttavia Sherri sembrava essersi volatilizzata e per settimane gli agenti hanno brancolato nel buio senza riuscire a trovare una pista. Incredibilmente la donna è stata rilasciata dopo 22 giorni di prigionia e abbandonata sul ciglio di una strada a oltre 220 chilometri dal luogo del rapimento.

«Ha urlato con tutto il fiato che aveva in gola, arrivando a tossire sangue per lo sforzo - ha raccontato il marito Keith all'emittente Abc - Per farvi capire quanto sia stupenda mia moglie, ha pensato che la gente non si fermasse perché era legata con delle catene e potesse credere che fosse evasa dal carcere. Quando l'hanno trovata aveva una catena intorno alla vita e un sacchetto in testa. Mi ha raccontato di essere stata legata per tutto il tempo del viaggio in auto dai suoi rapitori che poi l'hanno spinta fuori dall'auto e l'hanno abbandonata».

Quando Sherri è stata ritrovata era in condizioni pietose: aveva gravi contusioni su tutto il corpo, il naso rotto e lividi su tutta la faccia. Pesava solo 39 chili, era stata rasata e aveva un marchio sulla pelle. «Penso che sia un marchio per stabilire una sorta di potere e di controllo sulle vittime - ha detto lo sceriffo Tom Bosenko - Oltre ai segni visibili sul corpo, la donna aveva subito anche umiliazioni e un'enorme pressione psicologica».

«Non c'era nulla che avrebbe potuto preparami a quello che stavo per vedere in quel letto di ospedale e al racconto dell'inferno che aveva vissuto - ha detto Keith -. La prima volta che l'ho vista aveva il volto tumefatto, lividi e bruciature ovunque. Sherri è stata prigioniera per 22 giorni e ha dovuto attraversare un'agonia fisica e una grave tortura mentale. Non ho mai provato sensazioni così contrapposte in un unico momento: accanto alla gioia travolgente di poterla abbracciare c'era il senso di nausea per ciò che ha dovuto passare».


 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 2 Dicembre 2016, 19:03
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