La sindrome della Barceloneta colpisce ancora:
Ibiza e Formentera a rischio

La sindrome della Barceloneta colpisce ancora: Ibiza e Formentera a rischio

di Paola Del Vecchio
La chiamano la sindrome della Barceloneta, che ha reso invivibile un anno fa il litorale della città di Gaudì per l'assalto delle masse di turisti, e ora minaccia anche Ibiza e Formentera. Le perle delle Baleari rischiano di morire di successo per le presenze turistiche, la mancanza di regole e la speculazione selvaggia che la fanno da padroni in questa estate da record. «Il turismo fuori controllo e la mancanza di rispetto cominciano ad avere effetti letali. Il traffico è impossibile ed è aumentata la delinquenza», denuncia Fred Vilter, una francese che vive da 50 anni a Formentera, quando sull'isola non esistevano strade asfaltate e gli abitanti si muovevano su muli. Anche la grande colonia di italiani residente a San Francesc, il capoluogo dell'isola - con una popolazione di 11.500 persone, che d'estate arriva a ospitare oltre 1,6 milioni di visitatori - lancia l'SoS. «Formentera come Ibiza sono diventate carissime. Un pernottamento in hotel costa in media 320 euro a notte, rispetto alla media di 125 euro a livello nazionale, con la conseguenza che gli affitti sono ormai fuori controllo. Qui a Formentera, una sola stanza arriva a costare 800 euro la settimana e la gente affitta perfino un posto letto sul materassino in salone o sul balcone di casa per 500 euro la settimana», assicura Dario Battista, da 20 anni guida turistica sull'isola. Con sua moglie Angels, catalana impiegata nel settore immobiliare, stanno pensando di tornare a vivere sulla penisola. «Afftittare una casa tutto l'anno è diventato impossibile, perchè i proprietari impongono di lasciarla da maggio a settembre, i mesi in cui più speculano sui turisti. Ma ormai anche per noi che vivamo qui da decenni i prezzi sono diventati inaccessibili», osserva Angels.

Un calvario per i residenti espulsi dal paradiso delle Baleari, proprio come i veneziani da Venezia, a causa di un modello di turismo incivico e insostenibile. «Per non parlare dei problemi di mobilità su strada e marittima, che attenta direttamente al patrimonio ambientale», rileva José Borras, impiegato all'ufficio postale. «Il  traffico è un inferno e in mare è quasi impossible fare il bagno per il va vai di yacht di celebrity che si spostano fra Ibiza e Formentera come su un'autostrada, lasciando scie di rifiuti in mare». Un turismo che non apporta nulla e contribuisce al saccheggio dell'ambiente. "In molte zone è vietato gettare l'ancora, perché ci sono le piantagioni sottomarine protette di Poseidonia. Ma è un divieto che pochi conoscono e tutti ignorano, perché l'amministrazione non dispone di mezzi per i controlli e le multe", denuncia Serena Amaduzzi, un'altra italiana da un ventennio residente sull'isola. Simona ha perfino collaborato con il Consell Insular, il governo locale, alla redazione di un piano di boe ecologiche per le grandi imbarcazioni, poi rimasto lettera morta. «Non si tratta solo di salvaguardare un tesoro per garantire la biodiversità», osserva in dicharazioni a El Periodico. «La Posedonia ossigena il mare e contribuisce a rendere cristalline queste acque, che alla fine sono la principale attrazione per i turisti».

Stessa situazione di emergenza ambientale a Ibiza, dove anche nella potente lobby imprenditoriale locale comincia a farsi strada la consapevolezza che il proliferare fuori controllo di porti turistici e club nautici non è più sostenibile, se non a prezzo di una condanna a un turismo di massa e senza qualità. Per questo il governo locale ha annunciato che collaborerà con l'Unversità delle Baleari alla ricerca di politiche alternative nei casi di saturazione turistica, per applicare indici di sostenibilità. Mentre a Formentera l'esecutivo regionale di sinistra, con la lista civica Gent per Formentera, valuta misure per compaginare il modello di sviluppo turistico con la conservazione dell'ambiente, da varare per l'estate 2017. A cominciare dalla drastica limitazione del numero di veicoli ammessi e da un piano di mobilità per sostiituire le 15mila auto e moto che circolano sull'isola con vecoli elettrici. Ma anche provvedimenti per eliminare la barriera di yacht e imbarcazioni che deturpa le bellissime cale con il mare color smeraldo e le spiagge bianche, il paradso perduto della perla delle Baleari.






 
Ultimo aggiornamento: Domenica 28 Agosto 2016, 13:25
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