L'ereditiera sequestrata, la banda dei rapitori e l'italiano coinvolto

L'ereditiera sequestrata, la banda dei rapitori e l'italiano coinvolto
Ci potrebbe essere un ex dipendente torinese dietro il rapimento della ricca imprenditrice Jacqueline Veyrat a Nizza: Giuseppe S., un italiano residente da anni nella città francese, ex gestore e locatario del ristorante stellato 'La Réservè. Nel 2009 il locale subisce un rovescio di fortuna e affronta la liquidazione giudiziaria. Da allora l'uomo nutre un rancore fortissimo nei confronti della proprietaria, che, a seguito della liquidazione, riprende in mano la gestione del locale di lusso.



La donna, secondo Giuseppe S. avrebbe un debito nei suoi confronti, si legge sul sito di 'Le Parisien'. Stando alle prime fasi dell'inchiesta della polizia locale, sarebbe attorno a quest'uomo che si sarebbe costituita la strana banda di rapitori, tutt'altro che professionisti del crimine e spesso completamente sconosciuti alla polizia. Tintin, un ex paparazzo, reclutato per svolgere il ruolo di fornitore di gadget tecnologici, si procura il segnalatore che viene applicato sotto l'auto della miliardaria per seguirla a distanza e facilitare la trappola di lunedì, il giorno del rapimento.

In stato di fermo da mercoledì, il fotografo è impegnato da allora a minimizzare il suo ruolo e la polizia a ricostruire i compiti all'interno della banda, confrontando le dichiarazioni delle nove persone in stato di fermo, tra chi impartiva ordini, chi li eseguiva e chi dava consigli. Tra loro anche un ex delle forze speciali britanniche e un misterioso investigatore privato.

Al momento si sa che Jacqueline Veyrac ha trascorso i due giorni di prigionia nel retro di un furgoncino la cui targa falsa era così mal fissata che pendeva dal veicolo quando un testimone ha dato l'allarme e poi liberato la donna.
Insomma, determinati ma anche dilettanti, riassume una fonte citata dal giornale. Gli inquirenti cercano anche di ricostruire l'eventuale legame con il tentativo di rapimento analogo a questo subito dall'imprenditrice tre anni fa. Intanto la donna e la sua famiglia si limitano a parlare di sollievo per la conclusione della vicenda. 

Ultimo aggiornamento: Venerdì 28 Ottobre 2016, 09:59
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