Istanbul, l'intelligence turca sapeva:
l'attentato poteva essere evitato?

Istanbul, l'intelligence turca sapeva: l'attentato poteva essere evitato?

di Valeria Arnaldi
La tragedia di Istanbul forse si sarebbe potuta evitare. Già una ventina di giorni fa, secondo quanto riferito dalla giornalista turca Hande Firat, l'intelligence turca aveva messo in allerta il governo sulla possibilità di un attentato terroristico da parte dello Stato Islamico. «L'Intelligence - afferma Firat - ha inviato una lettera all'inizio di giugno». Nella lista, secondo le affermazioni rilasciate dalla giornalista a Dogan tv, erano stati indicati pure alcuni possibili obiettivi, tra i quali l'aeroporto. E proprio in aeroporto hanno colpito martedì sera sette uomini armati, tre dei quali si sono fatti saltare in aria.

Secondo le prime ricostruzioni, i tre sarebbero stati tutti di nazionalità straniera ma le loro identità non sono ancora state rese note. Una donna sarebbe stata arrestata perché sospettata di aver partecipato all'attentato, altri tre uomini sarebbero riusciti a fuggire. Sono 41, ad oggi, le vittime, 150 i feriti. 

I terroristi sono arrivati in taxi e si sono fatti esplodere dopo aver aperto il fuoco sulla folla. C'è stato uno scontro con la polizia. L'attentato «ci fa pensare agli attentati di Bruxelles», allo scalo di Zaventem, per «le stesse modalità operative, la stessa zona presa di mira», dice il ministro degli esteri belga Didier Reynders. Gli aeroporti tornano così a confermarsi prioritari nella strategia dei terroristi e l'Europa potenzia le misure di sicurezza nei suoi scali. Secondo gli esperti, però, non esistono modi per proteggere le strutture da attacchi di questo tipo. «Le bombe di Istanbul sarebbero potute esplodere in ogni aeroporto in ogni città del mondo - scrive in un messaggio il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan -. Chiediamo al mondo e in particolare ai Paesi occidentali, di assumere una posizione determinata contro il terrorismo. La Turchia continuerà fino alla fine a combattere contro le organizzazioni terroristiche».

L'attacco non sarebbe ancora stato ufficialmente rivendicato ma gli analisti sono concordi nell'attribuire all'Isis la paternità dell'azione. L'attentato esulerebbe dalla linea delle motivazioni ideologiche indicate come base degli altri compiuti in diversi Paesi europei ma sarebbe una vendetta diretta degli uomini di Al Baghdadi contro la Turchia e il cambio di politica adottato da Erdogan proprio nei confronti del Daesh. In passato - e non in un passato poi così lontano - Erdogan, infatti, aveva segretamente sostenuto e finanziato il Califfato, suscitando in questo modo le ire della comunità internazionale. Negli ultimi tempi però quella politica sembra essere stata messa completamente da parte. La Turchia avrebbe cambiato schieramento, abbandonando lo Stato Islamico. Una scelta di campo che l'Isis avrebbe deciso di punire con il sangue. E il terrore.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 30 Giugno 2016, 08:58
© RIPRODUZIONE RISERVATA