Addio aeroporti sicuri. Hall, ristoranti, boutique: ecco perché vanno evitate queste zone

Addio aeroporti sicuri. Hall, ristoranti, boutique: ecco perché vanno evitate queste zone

di Mario Fabbroni
L'aeroporto ora fa paura, inutile negarlo. Istanbul dopo Bruxelles, decine di morti in due crudeli attentati. Non servono a molto gli schieramenti di poliziotti e militari armati di tutto punto in assetto anti-terrorismo: quelli sono semplicemente "Valium" in pasto ai passeggeri e ai loro accompagnatori. E, siccome non esistono aeroporti sicuri, allora sarà meglio evitare di bivaccare laddove il kamikaze di turno può avere gioco facile. 


Non sarà un discorso "accettabile" da quei manager che hanno invece immaginato gli aeroporti come luoghi aperti alla città e non solo dedicati agli utenti dei voli, dove il business può anche prescindere dal viaggio. Tuttavia, se l'intento è quello di evitare attacchi terroristici, le hall di uno scalo sembrano diventate più pericolose e ingovernabili. Non sono da meno gli ambienti che conducono alle partenze internazionali: gli attentati di Istanbul e Bruxelles parlano chiaro.
Basta così? Macchè. Nelle sfavillanti gallerie commerciali con decine di negozi e boutique, nei ristoranti tipici e nelle pizzerie, perfino nelle zone di sosta dotate di monitor inganna-attesa sarà meglio comprare alla svelta. Poi via, dietro al metal detector, a tirare un sospiro di sollievo nelle zone "duty free" che ora sembrano anche "salva-vita". 



Eravamo soprattutto preparati ad impedire che qualcuno portasse a bordo bombe ed armi. L'attentato di Istanbul, che segue quello di Bruxelles, conferma invece che sono le zone più indifese di un aeroporto quelle maggiormente a rischio: qui è difficile distinguere i passeggeri "buoni" da quelli "cattivi". 
In Francia, ad esempio, in questo periodo la parola più utilizzata è "desolé". I francesi sono "desolati" perché gli estenuanti (ma comunque necessari) controlli prima dell'accesso al gate di partenza ti fanno perdere aerei e treni in continuazione; sono "desolati" perché vigilanti e agenti frugano in tutte le borse e le valigie, perchè le file sono chilometriche, perchè chi protesta viene "punito" con una perquisizione da strip-tease. Tutta scena, fastidio inutile?
No, specie se presto le compagnie aeree punteranno decisamente sul check-in elettronico obbligatorio. Però l'unica salvezza sta nell'intelligence: intercettazioni telefoniche, monitoraggio delle conversazioni sui social network, 007 infiltrati nei gruppi sovversivi e filo-jihadisti rappresentano il modo più efficace di combattere chi semina terrore. E stare - tutti - con gli occhi ben aperti. Meglio allarmare le forze dell'ordine se qualcosa non convince. Siamo in guerra, si salvi chi può. 

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 29 Giugno 2016, 18:54
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