Elezioni in Francia, Le Pen e Macron al ballottaggio il 7 maggio -Guarda

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«Si volta oggi chiaramente pagina nella vita politica francese»: è la prima dichiarazione di Emmanuel Macron, candidato del movimento 'En Marche!', dopo la vittoria nel primo turno delle presidenziali.

Bandiera europea alle spalle, sorriso raggiante di chi è a un passo dal sogno, Macron si presenta ai suoi sostenitori in tripudio al Palais des Expositions della Porte de Versailles di Parigi con una promessa: «Fra quindici giorni sarò presidente per farla finita con tutti i nazionalismi e per unire tutti i francesi nella speranza» di una Francia più forte in un'Europa migliore. Non cita mai la rivale, quella Marine Le Pen che gli contenderà l'Eliseo il 7 maggio e che per lui, forse, rappresenta l'avversario ideale. Un paio d'ore prima, all'annuncio della sua vittoria in queste sorprendenti elezioni francesi, la folla di militanti era esplosa in un boato. La gente piangeva di gioia e si abbracciava, cantando con passione e trasporto La Marsigliese. È una folla rumorosa e festante che esulta: ci sono più di tremila persone nella spazio che si è cominciato a riempire fin dalle 17 di questa lunga giornata, quando le porte sono state aperte al pubblico. Già prima del risultato i militanti cantavano 'On va gagner', vinceremo. E quando la vittoria è arrivata davvero, la felicità è diventata incontenibile.

«Oggi domenica 23 aprile il popolo francese si è espresso. Nel momento in cui il nostro paese attraversa un periodo inedito della nostra storia, colpita dal terrorismo e dalle sofferenze economiche ha risposto nel più bello dei modi, andando a votare massicciamente e ha deciso di mettermi in testa al primo turno», ha detto Macron. «Voglio andare oltre» i risultati di stasera «e unire tutti i francesi», ha continuato il leader di En marche! davanti ai suoi sostenitori in festa. «Porterò avanti l'esigenza di ottimismo e la speranza che noi vogliamo per il nostro Paese e per l'Europa», ha aggiunto.

«Spero tra 15 giorni di diventare presidente del popolo francese, dei patrioti, per farla finita con tutti i nazionalismi», ha detto ancora Macron prima di concludere: «Vive la Republique, vive la France».

Ovazioni verso tutti i politici che annunciano il loro sostegno a Macron - applauditissima la dichiarazione di Fillon che invita a votare per 'En Marche!' - fischi assordanti contro Le Pen. All'esterno del Palais una fan zone per chi non è riuscito a entrare. Sono stati distribuiti kit con magliette colorate con la scritta "Macron presidente", per distinguerle da quelle bianche dei volontari - un centinaio - e poi spille e bandiere della Francia e dell'Europa: molti volontari sono giovanissimi e hanno sposato la causa Macron perché vedono in lui una speranza di lavoro e di crescita.

Per Macron stasera si è giocato il primo tempo della partita della vita, cominciata il 6 aprile 2016 quando lanciò il suo movimento 'En Marche!'. Perché lui, il più giovane dei candidati con i suoi 39 anni, l'enfant prodige, ha sempre creduto in questa sfida, al punto da lasciare il governo Hollande e il suo ruolo di ministro dell'Economia. Un bel salto nel giro di un anno, nel quale, parole sue, ha cambiato «la storia della politica francese». Piace. E piace anche questa immagine controcorrente dell'uomo che ha sempre vicino Brigitte, sposa di 20 anni più grande e compagna politica che lo ha sempre sostenuto al punto di lasciare il suo lavoro di insegnante per seguire il sogno del marito.

Le Pen. «Mi avete portato al secondo turno delle presidenziali. Ne sono onorata con umiltà e riconoscenza. Vorrei esprimere a voi elettori patrioti la mia più profonda gratitudine. È un risultato storico, un atto di fierezza di un popolo che solleva la testa, che confida nel futuro». Così Marine Le Pen nel suo primo intervento dopo i risultati del primo turno delle presidenziali francesi, che la vedono in testa subito dopo Emmanuel Macron. Le Pen è stata accolta da una musica trionfale. 

«Io vi propongo l'alternanza fondamentale che fondi un'altra politica. Questo non accadrà con l'erede di Francois Hollande e del suo quinquennato catastrofico», ha continuato Le Pen parlando ai militanti nel suo quartier generale, senza tuttavia nominare il suo avversario al secondo turno Macron.

«È un risultato storico», ha detto ancoa la candidata del Front National. Nell'esprimere gratitudine a tutti «i miei compatrioti», la Le Pen si è definita «la candidata del popolo».

«La prima tappa è conclusa», ha detto poi Le Pen, secondo la quale «è il momento di liberare il popolo francese dalle elite arroganti che vogliono dettare la sua condotta». 






I 2 GRANDI PARTITI FUORI DA ELISEO, PRIMA VOLTA Per la prima volta nella storia della Quinta Repubblica in Francia, nessuno dei due candidati dei grandi partiti di centrosinistra - i socialisti - e di centrodestra - i Républicains - va al ballottaggio per l'Eliseo.

MACRON E LE PEN AL BALLOTTAGGIO Terremoto in Francia, spariscono dal ballottaggio per l'Eliseo i partiti che hanno governato la Quinta repubblica, i socialisti e gli eredi dei neogollisti. La finale per guidare il paese nei prossimi cinque anni se la giocheranno Emmanuel Macron, centrosinistra liberal, e Marine Le Pen, estrema destra del Front National. Dalla gauche ai Républicains, già da questa sera, sono arrivate dichiarazioni di sostegno a Macron contro il Front National per il 7 maggio. Per la prima volta nella storia moderna della Francia, il candidato del partito che ha appena governato il Paese non arriva al secondo turno.

«Si volta chiaramente pagina, oggi, nella politica francese», è stato il primo commento di Macron, che ha salutato la folla che lo acclamava. Da Henin-Beaumont, sua roccaforte, Marine Le Pen ha esortato i suoi a votare per lei, «l'unica grande alternativa» contro Macron, «erede di Hollande». Benoit Hamon, vincitore delle primarie socialiste, crolla al 6,5% ed ammette, senza scuse, una «pesante sconfitta elettorale e una sconfitta morale». Francois Hollande, il presidente precipitato al 5% della popolarità prima di decidere di non ricandidarsi, ha telefonato a Macron per congratularsi della vittoria, questa sera. Poco prima era stato il suo primo ministro, Bernard Cazeneuve, ad assicurare Macron del suo sostegno. Per «sbarrare la strada» a Marine Le Pen, anche l'altro sconfitto, Francois Fillon, rappresentante della destra dei Républicains, ha invitato a votare per l'ex ministro dell'Economia: «Non c'è altra scelta». Se la gauche si trova davanti alle macerie di un fallimento politico ed elettorale, con un partito che di fatto non esiste più, non molto meglio sta la destra, tenuta insieme soltanto dalla speranza di arrivare al ballottaggio. Fillon, in un discorso dai toni sobri molto diverso da quelli aggressivi delle ultime settimane, ha ricordato che la desta deve «rimanere unita» in vista delle elezioni politiche di giugno.

Sconfitto anche Jean-Luc Melenchon, il leader della gauche radicale, 'La France Insoumisè, che come prima reazione ha rifiutato di riconoscere immediatamente la sconfitta invitando tutti a dubitare delle prime cifre e attendere lo spoglio delle grandi città. Per lui si profila comunque un ottimo risultato, attorno al 19%, dopo essere partito da molto più in basso e aver rosicchiato voti al rappresentante della sinistra socialista che non ha convinto, Hamon. Era un 21 aprile, due giorni in meno rispetto ad oggi, quando nel 2002 il padre di Marine Le Pen, Jean-Marie, lasciò di stucco la Francia e tutto il mondo arrivando inaspettatamente al ballottaggio contro Jacques Chirac, ai danni del primo ministro socialista, Lionel Jospin. Molti vedono in questo 23 aprile una giornata altrettanto storica. Allora, i 15 giorni fra il primo e secondo turno furono un succedersi di manifestazioni «repubblicane» quotidiane, tutta la Francia si allineò dietro Chirac, che trionfò con oltre l'82% dei voti. Stavolta, tutti i sondaggi dicono che non sarà così, le intenzioni di voto al secondo turno hanno dato finora un'oscillazione fra il 60 e il 62% per Macron contro il 38-40% per Marine Le Pen.

Macron, sconosciuto al grande pubblico fino a tre anni fa, punta a diventare presidente a 39 anni, un altro primato, portando con sé il centrista Francois Bayrou che a lungo, in passato, aveva rincorso proprio l'obiettivo di Macron, quello di affermarsi in alternativa ai due partiti dominanti.
Macron contro Le Pen sarà anche futuro con o senza l'Europa, politica del dialogo contro quella del muro attorno alla Francia e della chiusura delle frontiere. Non c'è stata l'astensione a lungo temuta - l'affluenza è, come per le precedenti presidenziali, attorno all'80% - non ci sono stati attentati o incidenti ai seggi, come si paventava dopo la sanguinosa settimana che ha preceduto queste presidenziali, un'altra circostanza assolutamente inedita. Le premesse per i prossimi giorni non sono le migliori, con immediati tafferugli esplosi alla Bastiglia fra studenti anti-Le Pen e polizia subito dopo l'annuncio dei risultati.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 24 Aprile 2017, 08:44
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