Figli nati in provetta da 3 genitori: in Gran Bretagna il primo ok

Figli nati in provetta da 3 genitori: in Gran Bretagna il primo ok
Arriva il primo ok. La Gran Bretagna apre la porta alla sfida bioetica dei cosiddetti 'tre genitori' e a quello che per alcuni resta un passo controverso oltre i limiti finora accettati dalla natura umana. A segnare di nuovo questo ruolo da battistrada dell'ignoto è il parere favorevole di un comitato di esperti ad hoc al futuro concepimento in provetta di bambini che potranno nascere incrociando il Dna di tre persone diverse. Per il momento si tratta d'un primo passaggio, destinato ad affrontare il vaglio - il 15 dicembre - dell'organismo britannico preposto alle questioni di bioetica natale, la Human fertilisation and embryology authority, prima dell'avvio d'una sperimentazione. E solo in seguito ad essere eventualmente tradotto in norma in sede politica. Ma l'attenzione di diversi media è immediata, non senza allarmi o reazioni perplesse.

La raccomandazione del comitato, in linea con una tendenza ormai consolidata a un certa deregulation in materia, giustifica il ricorso alla tecnica della 'fertilizzazione a 3' con l'obiettivo - utilitaristico, secondo le voci più polemiche - di azzerare statisticamente i rischi di trasmissione di malattie ereditarie per via materna. La tecnica, ancora sperimentale, prevede il ricorso al Dna di 'un papà e due mammè. Anche se gli studiosi definiscono «impropria» l'immagine dei «bambini con tre genitori». Proprio ieri, in effetti, Nature ha pubblicato i risultati d'un test fondamentale, condotto dal team di Shoukhrat Mitalipov, nel Centro di terapia genica dell'Università dell'Oregon (Usa), presentati come rassicuranti.

Lo studio accredita la possibilità di evitare la malattie genetiche, veicolate dal Dna trasmesso solo dalla madre, che si trova nelle centraline energetiche delle cellule chiamate mitocondri. E di farlo attraverso la sostituzione del Dna 'viziato', nell'ovulo della persona portatrice dell'anomalia, con uno sano appartenente a un'altra donna. Parlare di tre genitori è tuttavia tecnicamente «improprio poiché la costituzione genetica del bimbo deriva solo da due genitori, in quanto il Dna dei mitocondri non entra a costituire il genoma del nuovo nato», ha commentato all'ANSA il direttore del laboratorio di Biologia dello Sviluppo dell'università di Pavia, Carlo Alberto Redi. In Gran Bretagna però le voci critiche, o almeno dubbiose, non si spengono dopo mesi di dibattito.

Nè sembrano disposte a farsi convincere da questa sola distinzione tecnica. Non a caso lo stesso comitato che si è assunto l'onere (RTP: onere) di dare l'ok, ne predica un'adozione graduale e «prudente», come sottolinea il suo presidente, Andrew Greenfield, citato oggi sulla stampa. Greenfield evoca «un punto di equilibrio fra le speranze offerte da questo trattamento» e la necessità di accertarsi in concreto «che sia davvero sicuro ed efficace». Un «punto di equilibrio» che ad altri occhi pare invece fin d'ora una strada senza ritorno, destinata ad aprire «il vaso di Pandora». E che in ogni caso, se il parere sarà accolto, potrebbe dar vita al concepimento sull'isola dei primi 'bebè sperimentalì già fra marzo e aprile. 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 1 Dicembre 2016, 19:51
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