June publié par Liberation.fr
Durante gli ultimi mesi di vita, in famiglia avevano notato un atteggiamento tendente al depressivo ma avevano attribuito la cosa al loro divorzio. Invece Emilie covava un malessere sotto la cenere, senza avere il coraggio di svelarlo, se non al suo diario. Da quelle pagine, infatti, è venuto fuori il disagio vissuto quotidianamente tra i banchi e in mezzo ai corridoi, al punto che, durante la ricreazione, Emilie non vedeva l’ora di rifugiarsi in bagno per stare un po’ da sola: «Le toilette sono il solo posto di questo fott*** posto dove stare tranquilla. Fosse solo per risparmiare 15 minuti di supplizio alla mia giornata e renderla meno insopportabile».
Emilie con il suo cane
Un supplizio fatto di sguardi addosso, frecciatine sull’abbigliamento e continui commenti in classe, durante le lezioni, fatti dai compagni a voce non così bassa da pensare che l’insegnante non potesse sentire. I genitori della vittima, infatti, hanno sporto denuncia contro l’istituto per scoprire il grado di conoscenza dei fatti da parte del corpo docente. La chiamavano “clocharde” e ridevano delle sue vecchie scarpe da ginnastica. Trattenere le lacrime, inciampare in mezzo agli sputi, tapparsi le orecchie per non sentire gli insulti, vedere i suoi libri lanciati dalle scale sono i racconti quotidiani che scorrono in mezzo alle pagine di questo diario di dolore e umiliazione troppo grande per essere condivisa. Emilie, infatti, scrive: «Non voglio che i miei genitori pensino di aver generato una pura sub-mer**». L’arcivescovo di Lille ha promesso di fare qualcosa contro il bullismo dichiarando: «Questo evento dovrebbe essere un'opportunità per la consapevolezza».
Ultimo aggiornamento: Martedì 27 Settembre 2016, 22:05
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