Mayar muore a 17 anni durante la mutilazione dei genitali
A gennaio il medico che attuò l'intervento è stato riconosciuto colpevole di omicidio colposo e condannato a due anni di carcere. Intanto le autorità sanitarie di Suez, che dista circa 120 chilometri dal Cairo, hanno ordinato la chiusura della clinica dove ha perso la vita Mayar. Lo rende noto il sito del quotidiano al-Ahram, mentre vengono interrogati il medico che ha condotto l'intervento, una donna, il direttore della clinica El Canal e il personale medico coinvolto. I pazienti sono stati trasferiti in un altro ospedale.
«Si tratta di qualcosa che è vietato dalla legge», ha detto il sottosegretario del ministero della Sanità Lotfi Abdel-Samee. Vietate dal 2008, gli interventi per le mutilazioni genitali femminili sono ancora molto diffusi in Egitto, soprattutto nelle zone rurali, tra i musulmani ma anche tra i cristiani.
Il Consiglio nazionale per le donne egiziane ha condannato l'intervento, chiedendo «misure rigide» per gli «autori di queste operazioni criminali». La questione è arrivata anche in Parlamento, dove molti deputati hanno chiesto di chiarire le violazioni del bando sulle mutilazioni genitali femminili 2008. Sui social media si è invece fatta sentire la rabbia delle amiche della vittima, che hanno contestato alla madre, un'infermiera, di aver costretto la figlia a sottoporsi all'intervento. «Mayar è morta per l'ignoranza e l'ottusità di sua madre, che considerava sua figlia come una colpa solo perché era una femmina», ha scritto sulla sua pagina di Facebook una compagna di scuola della vittima, Rawan Al Jamal. Il defunto padre di Mayar era invece un chirurgo.
Ultimo aggiornamento: Martedì 31 Maggio 2016, 21:33
© RIPRODUZIONE RISERVATA