Bolivia, si schianta il bus delle vacanze.
Tre morti, tra le vittime due romani

Bolivia, si schianta il bus delle vacanze. Tre morti, tra le vittime due romani

di Paola Del Vecchio
Chi ha percorso il tratto della Panamericana verso Lima, sa che dopo il bivio internazionale in direzione di Desaguadero e di La Paz, la carretera verso la capitale della Bolivia, una lunga teoria di curve, sull’altopiano delle Ande.







Poi la strada da Potosì si fa in discesa, per distendersi in un rettilineo veloce di una settantina di chilometri, lungo un paesaggio desertico, fino a Oruro, a 3.600 metri di altitudine. E l’alta velocità, o forse i riflessi appannati dalla stanchezza dell’autista, nella nebbia e con la pioggia battente, sono le possibili cause dell’incidente che all’alba di sabato ha coinvolto un autobus della Trans Turismo Omar, un’impresa di trasporto locale, affittato da «Avventure nel mondo». Il bus con a bordo 36 turisti stranieri, si è schiantato: almeno nove le vittime, fra cui tre italiani. Un’avventura fra la natura e i paesaggi mozzafiato senza ritorno. Atre tre connazionali sono fra i 24 feriti soccorsi nell’ospedale “San Juan de Dios”, l’unica struttura in un raggio de decine di chilometri in grado di assicurare i primi soccorsi d’urgenza.



LA RICOSTRUZIONE

Negli occhi ancora le spettacolari immagini del Salar de Uyuni, il più grande deserto di sale del mondo, di oltre 10mila km quadrati nel sudest della Bolivia, nel cuore delle Ande. Il pullman, un omnibus Mercedes Benz, di rientro nella capitale, era a 290 km a sud di La Paz, a 35 km dalla piccola località di Challapata, quando, all’uscita di una curva, l’autista ha perduto il controllo. Franco Cembrian, 53 anni, romano, di professione tecnico audio-video, è morto sul colpo; mentre la sua compagna, Rinalda Di Stefano di 50 anni, originaria dell’Aquila, ma residente a Roma, e geologa dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale, viaggiatrice appassionata, è morta poco dopo il ricovero in ospedale. La terza vittima è Lorenzo Licciardi, 30 anni, di Marina di Montemarciano (Ancona), registrato in un primo momento fra i feriti. Figlio unico, idraulico in un’azienda di caldaie e appassionato di Kite Surf, con il viaggio in Bolivia aveva realizzato un sogno a lungo accarezzato e, al rientro, fissato per tutti al prossimo 7 settembre, sarebbe andato a vivere da solo con la fidanzata nell’appartamento acquistato dai genitori. «Guarda mamma, vado in una zona senza copertura, per un po’ non ci sentiamo», l’ultimo sms inviato alla madre Mariella, dipendente della Marina, e al padre Alberto, macellaio, prima che la coppia ricevesse l’altra notte dai carabinieri la notizia della sua morte. Altri due romani fra i feriti. La Farnesina non ha confermato le generalità, ma assicura che sono assistiti da personale dell’ambasciata a La Paz.



IL TOUR OPERATOR

Il bus su cui viaggiavano gli italiani coinvolti nell'incidente in Bolivia «è di un'azienda locale di collaudata esperienza, con mezzi di trasporto efficienti». Vittorio Kulczycki presidente di Viaggi e Avventure nel Mondo, spiega che da anni la sua Agenzia si appoggia in quelle zone dell'America meridionale a tre o quattro aziende di trasporto locale che gestiscono trasferimenti notturni. «Utilizzano pullmann a due piani, con sedili ribaltabili, usati da noi ma anche - osserva Kulczycki - da tanti altri tour operator e anche viaggiatori fai da te. La Trans Turismo Omar è una di queste. Da quello che sappiamo l'incidente è avvenuto in una zona di normale traffico. Tutti gli italiani sedevano in file vicine. Probabilmente per l'eccessiva velocità a una curva l'autobus è andato fuori strada. È accaduto in piena notte e forse questo può aver provocato qualche ritardo nei soccorsi».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 1 Settembre 2014, 09:41