Il piano del governo per il lavoro: ecco come cambiano regole e welfare
di Michele Di Branco
LA FLESSIBILITA’ INCENTIVANTE
I quali disegnano invece un progetto molto più articolato ed ambizioso. Con la riforma del lavoro si punta a quella che viene definita «flessibilità incentivante». Un principio possibile grazie alla semplificazione ed alla riduzione dalle decine di forme contrattuali esistenti ad un massimo di 5 o 6. Tra le quali il perno (oltre all'apprendistato e al contratto a termine già in vigore) è il contratto a tutele decrescenti. Una forma di assunzione che congela, quella sì, l'articolo 18 (ma restano le garanzie contro l'allontanamento discriminatorio) per tre anni per i nuovi ingressi. Ma che, secondo Renzi, rappresenta un buon compromesso («Confindustria accetterà questa impostazione» si confida ) tra la necessità di tutelare il lavoratore e l'esigenza di lasciare le mani libere agli imprenditori. I quali potranno, nei primi tre anni dopo l'assunzione, licenziare il lavoratore salvo corrispondergli una serie di indennizzi (tra i quali 2 giorni di paga per ogni mese di lavoro ) parametrati alla durata dell'impegno maturato in azienda.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Agosto 2014, 10:22