Caos banche, stop quotazione della Popolare
di Vicenza. Piazza Affari unica borsa in rosso

Caos banche, stop alla quotazione della Popolare di Vicenza. Piazza Affari unica borsa in rosso

di Mario Fabbroni
Le azioni della Banca Popolare di Vicenza non saranno quotate in Borsa. E inguaiano i titoli di tutti gli altri istituti di credito, che trascinano al ribasso Piazza Affari verso l'unico rosso in Europa. «Non sussistono i presupposti per garantire il regolare funzionamento del mercato. Borsa Italiana non dispone l'inizio delle negoziazioni e pertanto il provvedimento di ammissione delle azioni della Banca Popolare di Vicenza è da considerarsi decaduto», recita il comunicato sul flottante che sarebbe risultato dall'offerta globale di azioni (poco meno del 10%).

Troppo deludenti insomma i risultati dell'aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro, con sottoscrizioni ferme al 7,66% dell'offerta nonostante il contributo offerto da Mediobanca, impegnatasi in extremis a sottoscrivere una quota del 5%. Banca Popolare di Vicenza chiude così quasi un anno di incertezze: a partire dalle dimissioni, il 12 maggio del 2015, dello storico dg e consigliere delegato Samuele Sorato. Adesso una certezza c'è ed è il ruolo di Quaestio Sgr, che con il Fondo Atlante si era impegnato a sottoscrivere le azioni anche in caso di mancata ammissione a Piazza Affari. Il prezzo sarà di 0,10 euro ad azione per un totale di 1,5 mld (il valore dell'aumento di capitale) e comporterà l'azzeramento degli attuali soci che, oltre tutto, con la Borsa potevano vendere le nuove azioni sottoscritte oppure aspettare che risalissero di valore.

Il Fondo Atlante verrà a detenere una partecipazione nel capitale sociale della banca, pari al 99,33%. Sta di fatto che la negata ammissione alle negoziazioni dell'istituto berico ha fatto precipitare la Borsa italiana, unica in Europa a chiudere in rosso (-0,97%). Subito dopo lo stop all'Ipo della banca veneta, sono state sospese in asta di volatilità Mps, Unicredit e Bpm. Se non c'era il flottante, era ovvio - ha spiegato il presidente della Consob, Giuseppe Vegas - ma questo non è necessariamente un brutto segnale. Dal male può venire anche il bene. È una decisione del mercato e noi siamo per il mercato».
Ultimo aggiornamento: Martedì 3 Maggio 2016, 09:52
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