Haiti, è sempre più grave la situazione nel Paese che si trova al centro di una crisi senza precedenti. Le bande hanno preso possesso di alcune zone e oggi controllano circa l'80% della capitale, Port-au-Prince. Le notizie di oggi sono drammatiche. Il più grande carcere di Port-au-Prince è stato incendiato nella notte come riferiscono i media locali. L'incidente avviene a poco meno di due settimane di distanza dalla fuga dalla stessa struttura di 3.597 detenuti. Dopo l'evasione del 2 marzo, il carcere è stato completamente evacuato e non ci sono più reclusi, anche se ancora non è chiaro se il rogo possa aver messo a rischio il personale penitenziario eventualmente presente sul posto.
Haiti nel caos, si dimette il primo ministro Ariel Henry
Devastata casa del capo della polizia
La casa del capo della polizia di Haiti, Frantz Elbé, è stata attaccata da banditi armati: lo riferiscono i media locali, sostenendo che i malviventi hanno dato fuoco all'abitazione dopo averla saccheggiata. Per il momento nessun gruppo criminale ha rivendicato il gesto ma il leader delle gang locali che hanno messo a ferro e fuoco Port-au-Prince, Jimmy Cherizier, noto come 'Barbecuè, nei giorni scorsi aveva minacciato di attaccare le residenze dei membri del governo e di tutti coloro che hanno collaborato direttamente o indirettamente con il primo ministro dimissionario, Ariel Henry. Secondo i calcoli delle Nazioni Unite, questi gruppi dominano attualmente l'80% della capitale haitiana. L'ondata di violenza non sembra dunque fermarsi nel piccolo Paese caraibico, che si trova ormai sull'orlo di una guerra civile.
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Ira degli Stati Uniti
Sono passati due giorni dalla data fissata nel vertice della Comunità dei Caraibi (Caricom) in Giamaica per ufficializzare la composizione del Consiglio presidenziale transitorio di Haiti, ma l'annuncio non è arrivato, evidenziando il pericolo di un vuoto istituzionale a Port au Prince.
Il giallo del poliziotto morto
È un mistero la morte dell'ispettore della polizia keniano Walter Nyankieya, trovato senza vita il 13 febbraio scorso in una stanza d'albergo nella capitale degli Stati Uniti Washington Dc. Nyankieya era in viaggio verso Haiti, in vista del previsto invio di agenti di polizia del Kenya nella nazione caraibica in preda alle gang armate, nell'ambito della missione di sicurezza sostenuta dall'Onu per riportare l'ordine nell'isola. La salma dell'ispettore, che faceva parte di una squadra di sicurezza inviata ad Haiti per una missione di ricognizione, è tornata ieri in patria e la famiglia ha chiesto al governo di Nairobi di fare luce sull'inspiegabile decesso, non avendo ricevuto né il suo certificato di morte, né il referto dell'autopsia, come riporta il sito Citizen Digital. «Era un alto funzionario di polizia; la sua morte misteriosa non dovrebbe rimanere senza risposta. Abbiamo chiesto al governo un rapporto provvisorio, ma non ci hanno ancora risposto a distanza di settimane dalla sua scomparsa», ha dichiarato il padre di Nyankieya.
Haiti, leader delle bande armate: Henry si dimetta o sarà guerra civile
Ultimo aggiornamento: Sabato 16 Marzo 2024, 19:35
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