L’imprenditore Aldo Spinelli, titolo di studio quinta elementare e un impero dei terminal al porto di Genova su cui dice di versare undici milioni di tasse all’anno, stando agli atti ha un modo sbrigativo di fare affari: pagare tutti. Con regolari bonifici per complessivi 40 mila euro erogati alle fondazioni elettorali del governatore Giovanni Toti, ma secondo la Procura elargiti in cambio di interventi per lo sblocco di concessioni prefigurando quindi l’accusa di corruzione, o in contati e fiches al casinò di Monte Carlo a favore del presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini. Preoccupato che su quei finanziamenti si alzasse il velo della segretezza al punto da mettere sotto controllo il telefono di un’amica, al corrente della situazione.
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LUSSO SFRENATO
A settembre 2022 gli investigatori captano una telefonata tra l’ex compagna di Signorini e un’amica del numero uno del porto. Che afferma: «Perché io sapevo una marea di cose... so cose. Fino a quando lui si fidava di me, mi raccontava tutto di questo vecchio», cioè di Spinelli. A un certo punto però Signorini si rende conto del rischio che l’amica possa riferire le informazioni ad altri e decide di intercettare le sue conversazioni. «Temeva andassi a raccontare in giro quello che so, quindi mi ha fatto mettere il telefono sotto controllo. Da diverse settimane ha smesso, si vede che si sente più tranquillo. Però lui si è fatto tirare moltissimo dentro a questa vita fatta di lusso sfrenato, di soldi che piovono». E l’ex moglie, apprendendo la lista di benefit dedicati a Signorini e compagna nel fine settimana a Monte Carlo, commenta: «Mi verrebbe da dire che questa è proprio la corruzione dell’animo in una persona». La preoccupazione che i presunti finanziamenti illeciti potessero diventare di dominio pubblico viene esternata da Signorini allo stesso Spinelli: «Noi abbiamo un bellissimo rapporto, quindi ti faccio una domanda. Sei sicuro che qualcuno non ci tira un attacco per il fatto che noi ci vendiamo? Poi, quando arrivano gli atti», dice alludendo allo sblocco delle concessioni. L’uomo d’affari lo rassicura e allo scopo di rasserenarlo elenca «le sue precedenti frequentazioni con persone titolari di cariche pubbliche», annotano gli investigatori. «E si mi dicono che fai qualcosa per me, io li denuncio», rincara. «Per i pranzi non c’è problema, ma se controllano il tuo conto a Monte Carlo?», insiste il capo dell’authority. E Spinelli ribadisce: «Ma non controllano a Monte Carlo, stai tranquillo. Lì non esce niente, perché tu non risulti». Stesse perplessità manifestate dal numero uno del porto in merito ai 13.200 euro versati da Spinelli a saldo del catering del matrimonio di sua figlia. Ritiene fuori luogo un pagamento tracciato e pone a Spinelli una domanda che il gip ritiene «significativa»: «Ma se ti dicessero: lo faresti anche a Toti?». L’imprenditore ammette: «Sì, la cifra è un po’ alta, perché con due o tremila euro puoi giustificare un regalo, questo catering mi sembra impossibile però». La vicenda si conclude con la consegna del denaro in contanti e il pagamento delle spese del rinfresco effettuate da un’amica di Spinelli.
SCHERMATURE
L’ipotesi dei magistrati è che Spinelli cercasse sistemi per schermare i presunti finanziamenti illeciti.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Maggio 2024, 14:40
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