dalla nostra inviata
GENOVA Per gli imprenditori del porto, i tempi della politica non giravano alla stessa velocità di quelli degli affari. Ha fretta il re della logistica Aldo Spinelli, che stando agli atti presserebbe Giovanni Toti per la proroga trentennale del terminal Rinfuse. Tant’è che la sera del primo settembre 2021 il governatore telefona al presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini: «Ti dico un po’ di Spinelli, portiamo quella roba in Comitato il più presto possibile, se riusciamo a farlo entro la metà di settembre fa comodo anche a me». Ed è dichiaratamente infastidito Luigi Alberto Amico, titolare dell’azienda leader in Europa nelle riparazioni e ristrutturazioni di superyacht, a suo dire intenzionato a continuare a finanziare le fondazioni di Toti ma desideroso di «quel pizzico in più di attenzione legittima». Viene inserito nella lista dei partecipanti di una missione a Dubai con il governatore e Signorini, però all’ultimo è costretto a rinunciare. «Mi serviva da matti - si rammarica - era il momento per dare un po’ di sveglia, che non mi fanno delle cose. Cioè non vanno avanti con cose che dovrebbero fare da anni, sono sempre indietro».
MONETA DI SCAMBIO
L’inchiesta della Procura di Genova sul presunto sistema Liguria, un’ipotizzata contaminazione tra imprenditori e amministratori nella quale i primi avrebbero erogato denaro in cambio dello sblocco di concessioni, è fitta di intercettazioni in cui chi ha interessi nell’area portuale non si pone scrupolo di bussare con insistenza alle porte della Regione e dell’Autorità di gestione. Lo fa anche Amico, ricevuto a febbraio 2022 dal capo di gabinetto del presidente Matteo Cozzani identificato come «canale preferenziale per il raggiungimento dei propri interessi», scrive la guardia di finanza. L’imprenditore, emerge dalla conversazione captata, espone le proprie necessità e «poco dopo introduce ciò che figurativamente può essere considerata la propria moneta di scambio», ovvero le erogazioni al Comitato Giovanni Toti. Amato intende continuare a dare il proprio sostegno economico, ma considerato il recente clamore mediatico preferirebbe non esporsi: «Ora, se posso, lo faccio attraverso persone non riconducibili, però devono essere di fiducia, hai capito?».
Cozzani, emerge dalle carte, si dice amareggiato per la situazione sottolineando che «gente di Roma di altri partiti li avrebbero persino biasimati di fare le cose in modo trasparente, come previsto dalla legge», annotano gli stessi investigatori.
NESSUNA COLLUSIONE
E poi i rapporti con Spinelli, che due giorni fa Spinelli ha risposto alle domande del gip e si è difeso: «Ho finanziato tutti, alla luce del sole, anche partiti che non conosco. Da Toti sono stato preso in giro, promette cose che non è in grado di mantenere». Se queste sono le dichiarazioni messe a verbale, riflette Savi, «è la dimostrazione che non c’era collusione tra il presidente e l’imprenditore. Magari Spinelli aveva altre amicizie o altri canali». A Spinelli la Procura contesta finanziamenti per complessivi 74.100 euro al comitato elettorale di Toti a fronte di agevolazioni burocratiche e quando nel 2021 i pm cominciano a indagare sulle erogazioni degli imprenditori alle fondazioni del governatore i due ne parlano al telefono. E l’uomo d’affari esprime il suo apprezzamento per il nuovo dinamismo della città: «Ringraziamo Dio che abbiamo un trio a Genova, che per trent’anni ha dormito. Abbiamo Toti, Signorini e Bucci e finalmente Genova diventerà la capitale europea, non solo dell’Italia, con tutti gli investimenti».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Maggio 2024, 09:21
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