Roma, emergenza degrado in via Cilicia: «Tendopoli e baracche, uno schiaffo per la Capitale»

L'ira dei residenti

Roma, emergenza degrado in via Cilicia: «Tendopoli e baracche, uno schiaffo per la Capitale»

di Valentina Conti
Fermano la vista di automobilisti e centauri quelle lenzuolate di colore sulla destra della carreggiata in direzione Appio-Latino. Teloni legati ai tronchi degli alberi che compaiono davanti, e che si spingono oltre il guard rail. In via Cilicia da settimane è spuntata una baraccopoli, l’ennesima nella Capitale d’Italia costellata da insediamenti di fortuna moltiplicati negli ultimi mesi. Emerge come una strana visione fra le fronde degli alberi e i rami secchi in mezzo a svariati carrelli per la spesa raccattati chissà dove.
Si estende in larghezza, proseguendo giù fra discariche di materiali di ogni tipo. Il luogo a ridosso delle ferrovie è da tempo frequentatissimo dai rovistatori rom che si muovono da un quartiere all’altro (la strada per intero attraversa tre Municipi: I, VII e VIII) racimolando ferrovecchi e rame dai cassonetti dei rifiuti. Ma il quartiere non è nuovo a segnalazioni di accampamenti abusivi sorti qui ad intermittenza. Anche cinque anni fa i residenti avevano indicato la presenza di numerose baracche. Sono seguiti interventi di bonifica e di risanamento ambientale. Idem nel 2018. Ad oggi la riqualificazione della zona, che dovrebbe avvenire tramite fondi del Pnrr finalizzati alla sistemazione della vicina area archeologica, di fatto non decolla. «I senza dimora, stranieri e non, sono arrivati a ‘colonizzare’ gli spazi attigui alla strada.
Serve risolvere la vicenda per dare dignità a queste esistenze al limite e certamente per ridare un contegno a questa città», dicono alcuni residenti dei Municipi VII e VIII. «C’è la questione da affrontare delle persone con fragilità da censire», sottolineano altri abitanti. «Si sta provvedendo a farlo», assicura il consigliere Pd del VII Municipio, Fabrizio Grant. Intanto continua ad allargarsi la “mappa degli invisibili” domiciliati nel ventre dell’Urbe. 
Com’è, ad esempio, pure per la situazione (tollerata almeno dal 2020) di piazza del Lavoro, tra via Cristoforo Colombo e i quartieri Marconi ed Eur, denunciata da Leggo, su cui ancora non si interviene. Casette di legno e compensato coperte di stracci e, anche qui, una tendopoli di fortuna sfuggita di mano, nel prato e più in là sotto al cavalcavia, che si amplia di giorno in giorno nell’indifferenza. Sopra scorre la quotidianità con lo sfrecciare di auto e moto, sotto e di fianco si apre un mondo parallelo. 
 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 13 Maggio 2024, 06:45
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