I seggi sono quelli indicati sulla tessera elettorale, ma per votare basta un documento di identità. Il quesito recita: «Volete voi che la Regione Lombardia, in considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all’articolo richiamato?».
In sostanza la Regione chiede mandato per avviare la trattativa con il Governo per ottenere più competenze e risorse. Con la vittoria del sì, il governatore Roberto Maroni si è detto pronto ad aprire subito il negoziato «su tutte le 23 materie previste dagli articoli 116 e 117 della Costituzione», che spaziano dalla tutela della salute ai trasporti, dall’ambiente alla previdenza complementare.
Sul “potere contrattuale” però, ha ammesso, peserà la partecipazione.
Non c’è bisogno di quorum e Maroni spera di arrivare almeno al 34% di affluenza del referendum costituzionale del 2001. Secondo il segretario regionale Pd Alessandro Alfieri invece «sotto il 50% sarebbe un vero flop». Come altri del suo partito - che però ha lasciato libertà di scelta - Alfieri non voterà, convinto che il referendum sia «inutile e costoso» e che si possa avviare la trattativa direttamente con il Governo, come fatto dall’Emilia Romagna. Affluenza e risultato saranno comunicati attraverso il sito www.referendum.regione.lombardia.it.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 19 Ottobre 2017, 23:30
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