Motta domani in concerto all'Alcatraz, la musica scorre gentile come la vita

Motta domani in concerto all'Alcatraz, la musica scorre gentile come la vita

di Rita Vecchio
Francesco Motta è pronto domani a salire sul palco dell’Alcatraz. Chiuderà qui l’anteprima del tour che ha anticipato quello estivo nelle arene che partirà a luglio. «Sarà più bello del precedente - dice il cantautore toscano - Passerò da un genere all’altro grazie alla bravura dei miei musicisti. I brani del primo disco (“La fine dei vent’anni”, ndr) entrano nel secondo con una facilità che mi spaventa. Scorre tutto, come la mia vita, che trovo cambiata».

Reduce dal disco “Vivere o Morire” pubblicato con Sugar («Caterina Caselli mi ha dato fiducia. Per me significa tanto», dice soddisfatto) è piaciuto, il vinile arancione è entrato nella classifiche dei più venduti in Italia, e Motta si afferma sempre di più sulla scena musicale (qualcuno lo vorrebbe giudice a “X Factor”). «Ho fatto un percorso su me stesso. Prima non mi conoscevo abbastanza. Mi sono preso del tempo per stare solo, uscendo dall’urgenza sociologica dell’essere sempre circondato da persone. Mi sono dato alla sintesi per seguire l’esigenza di volere stare bene. E come in “Vivere o Morire”, ho lasciato fuori lamentele, recriminazioni, gli “è troppo presto” e gli “è troppo tardi” della vita. La mia musica è tutta qui». Una scaletta che parte da “Ed è quasi come essere felice”, per proseguire con brani dei due dischi: ”Chissà dove sarai”, “La prima volta”, “Per amore e basta”, “Prima o poi ci passerà”, “Del tempo che passa la felicità”, “E poi ci pensi un po’”, spaziando dal pop al punk-rock. Per lui sembrano però lontani i tempi dei Criminal Jokers, la sua prima band, anche se durante il live potrebbe suonare, come ha già fatto, “Fango”, una delle loro canzoni.

Nel suo futuro - sarà anche perché è fidanzato con l’attrice Carolina Crescentini - il cinema. «Diciamo che il cinema mi semplifica la vita, visto che la parte testuale mi dà tormento: è difficile scrivere le parole nelle canzoni.
Nel cinema, invece, è come se altri avessero già fatto al posto mio. È più rilassante e mi permette di esplorare suoni fuori la struttura della canzone». Un regista preferito ce l’ha, Garrone. «Mi piacerebbe scrivere per lui». 

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 30 Maggio 2018, 08:21
© RIPRODUZIONE RISERVATA