I vaccini rallentano i contagi, ma non frenano gli strascichi dolorosi della pandemia su uno stuolo di milanesi ridotti in povertà dal coronavirus. E che non riescono ad uscire dall’indigenza. Le categorie più in difficoltà sono le donne sole con figli piccoli a carico e le famiglie numerose: a Milano, «ci sono mamme che non hanno nemmeno i soldi per cucinare le lasagne ai bambini».
IL REPORT. La fotografia emerge dall’ultimo Rapporto sulla povertà realizzato dall’Osservatorio della Caritas Ambrosiana, presentato ieri: «Il 41% dei 12.461 assistititi hanno chiesto il pacco viveri o i soldi per le bollette la prima volta nel 2020», ovvero in piena pandemia. E, dopo oltre un anno, hanno ancora bisogno di aiuti. Sono soprattutto donne sole con bambini e famiglie numerose. «La ripartenza non è uguale per tutti - commenta il direttore della Caritas Luciano Gualzetti (nella foto) - la locomotiva d’Italia si è rimessa in marcia, ma sono rimasti a terra i più deboli», che si stanno curando le ferite dei lockdown. «Va assolutamente riformato il sistema degli aiuti pubblici».
I NUOVI POVERI. Da un’analisi delle storie delle persone aiutate emerge che non sono riusciti ad agganciare la ripresa «i lavoratori dei settori che più sono stati colpiti dalla crisi: ristorazione e alberghiero».
AIUTI. La metà degli assistiti (50,5%) chiede beni materiali e servizi, il 17,4% lavoro, il 37,2% sostegno personale. Tra gli assistiti il 48,4% non ha un legame stabile, il 61,1% ha una bassa scolarità, il 56,7% è disoccupato ma il 43,3% è povero nonostante abbia un lavoro.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Ottobre 2021, 08:04
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