Fabri Fibra fa il Fenomeno al Live di Trezzo

Fabri Fibra fa il Fenomeno al Live di Trezzo

di Massimiliano Leva
Piaccia o no, è lui il rapper più amato e odiato d’Italia. Quindici anni fa il suo primo disco, “Turbe giovanili”. Poi “Mr Simpatia” due anni dopo, con il quale ha cominciato a utilizzare un linguaggio che nessun rapper prima di lui aveva osato fare in Italia. Sino a “Fenomeno”, l’ultimo album, dove ancora una volta Fabri Fibra non le manda a dire. “Faccio il rap, mica lo indosso”, ha dichiarato, tanto per chiarire quale sia il suo concetto di artista.
Per questo, è amato oppure odiato. Le sue canzoni piacciono, i suoi dischi vendono e i suoi concerti sono spesso sold out. Eccolo di nuovo con “Fenomeno Tour”, che apre domani al Live Club di Trezzo d’Adda la cavalcata per l’Italia. E che già torna il 23 ottobre all’Alcatraz.

Il disco, con quel singolo che è stato un vero e proprio tormentone estivo (“Pamplona”, cantato con Tommaso Paradiso dei TheGiornalisti, l’ultimo fenomeno romano che tanto piace ai giovani), è andato alla grande. «Ho cominciato a scrivere i nuovi pezzi due anni fa. Ci tenevo molto, mi sentivo gasato mentre ero in studio di registrazione e stavo mixando i pezzi». Insomma, intensità e lavoro duro. «Volevo qualcosa di vero e di forte. Alla fine parlo del fatto che oggi i giovani sono senza lavoro. Un lavoro devono inventarselo».

Fabri Fibra non è un rapper come gli altri, di quelli che festeggiano sé stessi scrivendo quanto sia bello essere ricchi e famosi. «Anch’io sono costretto a fare il fenomeno.
Io però vengo da una generazione dove ancora ti insegnavano a dare risalto più alla musica che all’immagine. Io se devo andare in televisione e piangere, preferisco non andare in tv. Punto. Del resto, le situazioni per fare musica, la musica bella come la penso io, in quei contesti non esistono». 

Ultimo aggiornamento: Domenica 15 Ottobre 2017, 23:30
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