Per questo, è amato oppure odiato. Le sue canzoni piacciono, i suoi dischi vendono e i suoi concerti sono spesso sold out. Eccolo di nuovo con “Fenomeno Tour”, che apre domani al Live Club di Trezzo d’Adda la cavalcata per l’Italia. E che già torna il 23 ottobre all’Alcatraz.
Il disco, con quel singolo che è stato un vero e proprio tormentone estivo (“Pamplona”, cantato con Tommaso Paradiso dei TheGiornalisti, l’ultimo fenomeno romano che tanto piace ai giovani), è andato alla grande. «Ho cominciato a scrivere i nuovi pezzi due anni fa. Ci tenevo molto, mi sentivo gasato mentre ero in studio di registrazione e stavo mixando i pezzi». Insomma, intensità e lavoro duro. «Volevo qualcosa di vero e di forte. Alla fine parlo del fatto che oggi i giovani sono senza lavoro. Un lavoro devono inventarselo».
Fabri Fibra non è un rapper come gli altri, di quelli che festeggiano sé stessi scrivendo quanto sia bello essere ricchi e famosi. «Anch’io sono costretto a fare il fenomeno.
Io però vengo da una generazione dove ancora ti insegnavano a dare risalto più alla musica che all’immagine. Io se devo andare in televisione e piangere, preferisco non andare in tv. Punto. Del resto, le situazioni per fare musica, la musica bella come la penso io, in quei contesti non esistono».
Ultimo aggiornamento: Domenica 15 Ottobre 2017, 23:30
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