Diallo, aggressore seriale: sul 31enne arrestato in Stazione Centrale pendono diversi precedenti
di Salvatore Garzillo
Il migrante ha precedenti per minacce, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, reati commessi in buona parte durante controlli di polizia sui treni in Piemonte. Risulta infatti che Diallo abbia reagito più volte alla richiesta di mostrare il biglietto a bordo dei convogli con cui ha girato il nord Italia, in particolare la zona attorno Cuneo e Sondrio. Dalle due questure ha ricevuto un ordine di espulsione per il suo status di clandestino e per la fedina penale. L'ultimo provvedimento è di Sondrio, firmato dal questore il 4 luglio.
Eppure era libero e con un coltello nello zaino che non ha esitato a usare contro i poliziotti intervenuti per fermarlo. La frase urlata quando lo hanno placcato, «Voglio morire in nome di Allah», continua a essere considerata l'uscita plateale di una mente disturbata che non ha alcun contatto con il mondo del radicalismo islamico. Lo dimostra anche il fatto che non è stato aperto alcun fascicolo per terrorismo, come capitato invece in occasione dell'aggressione in stazione dell'italo-tunisino Tommaso Hosni. Diallo non avrebbe assunto droghe o alcol. «Bisogna considerare la possibilità di avere davanti solo un uomo violento, la logica non sempre funziona», dicono dagli uffici di via Fatebenefratelli.
Oggi è fissato l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Maria Vicidomini. Il pm Paola Pirotta ha chiesto al giudice la convalida dell'arresto e la misura cautelare in carcere per tentato omicidio e resistenza a pubblico ufficiale. Deve restare in carcere, è troppo pericoloso lasciarlo libero in attesa del processo.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Luglio 2017, 10:10
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