Corona, pm: confiscare casa sua ma ridargli 1,8 milioni. Il legale: "La gente pensa: povero figlio..."

Corona, pm: confiscare casa sua ma ridargli 1,8 milioni. Il legale: "La gente pensa: povero figlio..."
«Fabrizio Corona ha commesso 5 reati in un anno e mezzo, quando era fuori di testa perché era tossico, e vogliamo continuare a rovinargli la vita per questo! Non ha commesso più reati dal 2007, la gente comune percepisce che non è un farabutto ma che è solo un gradasso, un 'ganassa', e mi dice 'è ancora in galera, por fioeu (povero figlio, in milanese, ndr)'».

È un passaggio dell'acceso intervento di uno dei legali dell'ex agente fotografico, l'avvocato Ivano Chiesa, di fronte ai giudici delle Misure di prevenzione che dovranno decidere se confiscare casa e soldi dell'ex 're dei paparazzì e se aggravargli la sorveglianza speciale. «Su quest'uomo - ha detto Chiesa indicando Corona - c'è una nube tossica di pregiudizio, i moralisti mi hanno stancato, la morale non deve entrare nelle aule di giustizia e le misure di prevenzione sono dell'epoca fascista». L'altro legale, l'avvocato Luca Sirotti, ha chiesto di dissequestrare tutti i beni di Corona e di non aggravare la sorveglianza speciale.


LA PM: "RESTITUITEGLI 1,8 MILIONI", MA CHIEDE CONFISCA DELLA CASA Il procuratore aggiunto di Milano Alessandra Dolci ha chiesto ai giudici delle Misure di prevenzione di confiscare la casa, già sequestrata, di Fabrizio Corona perché ci sarebbe stata un'intestazione fittizia dato che sarebbe stata «facilmente aggredibile» dall'Agenzia delle Entrate. Tuttavia, lo stesso pm ha chiesto di revocare il sequestro di circa 1,8 milioni di euro, su un totale di circa 2,6 sequestrati perché Corona in parte ha pagato le tasse. Non ha chiesto aggravamenti della misura di sorveglianza speciale.

In sostanza, nel suo intervento stamani in aula davanti ai giudici delle Misure di prevenzione (che dovranno decidere nei prossimi giorni) il pm Dolci, richiamandosi ad una memoria depositata e agli atti del procedimento, ha chiesto di confiscare la casa in via de Cristoforis, zona della movida milanese, sequestrata a Corona nel novembre del 2016. E ha illustrato i «profili di opacità» che avrebbero riguardato la vendita dell'immobile, che fu intestato «fittiziamente» a Marco Bonato, ex collaboratore e amico dell'ex agente fotografico.

Corona, ha spiegato il pm, «in quel momento», nel 2008, «riteneva opportuno intestare ad altri quell'immobile perché aveva un'esposizione verso il Fisco considerevole e non poteva intestarlo nemmeno alla sua società Fenice srk, che non versava le imposte». Quel bene, secondo il pm, «sarebbe stato facilmente aggredibile dall'Agenzia delle entrate» se fosse stato intestato a Corona o alla Fenice. L'ex 're dei paparazzi', tra l'altro, per il pm, usava la cassa della sua società Fenice anche per le sue spese personali e la «provvista con cui comprò quell'immobile veniva dalla bancarotta della società». Una «totale confusione tra la persona fisica Corona - ha insistito il pm - e quella giuridica società».

D'altro canto, però, in relazione agli oltre 2,6 milioni di euro sequestrati a Corona, sempre nel 2016, di cui oltre 1,7 milioni trovati in un controsoffitto della casa della collaboratrice Francesca Persi e oltre 800mila euro in cassette di sicurezza in Austria, il pm ha chiesto il dissequestro di circa 1,8 milioni.
In particolare, va revocato, secondo la Procura, il sequestro dei 'soldi austriacì perché su quelli l'ex 'fotografo dei vip' «ha pagato» le imposte. Sui contanti del controsoffitto, invece, il pm ha chiesto la confisca solo di 758mila euro, ossia della «ammontare dell'imposta evasa sull'intera somma». Per quanto riguarda la misura di prevenzione della sorveglianza speciale (quella che potrebbe mettere 'in crisì Corona nell'ambito della sua nuova richiesta di uscire dal carcere con l'affidamento in prova), il pm si è richiamato «al decreto già emesso» dal Tribunale in passato, ma senza chiedere aggravamenti nelle richieste finali.

Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Gennaio 2018, 15:20
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