Arrivano i Papa Roach: domenica sera l'atteso live all'Alcatraz

Arrivano i Papa Roach: domenica sera l'atteso live all'Alcatraz

di Massimiliano Leva
Si chiama new metal ed è quel genere di rock tirato che negli anni Novanta era uno degli stili preferiti dai teenager americani e non solo. Tra i padrini di questo filone, ci sono anche i Papa Roach, americani di Vacaville, Nord California, dal vivo domenica all'Alcatraz. 

Influenzati da band come i Faith No More, i Metallica e i Red Hot Chili Peppers, sono nati nel 1933, dall'idea di due compagni di liceo: Jacoby Shaddix, cantante, e David Buckner, batterista. «Non eravamo diversi dagli altri nostri coetanei», ha raccontato una volta Shaddix. «Sentivamo quell'urgenza che è tipica dei teen. Poi la musica dei Nirvana e del grunge ci fece capire che c'era qualcosa oltre la provincia, oltre la scuola. Fu come una luce o un abbaglio. A giudicare ora, è stata una via d'uscita: non so proprio cosa avrei potuto fare d'altro nella vita».

Da lì, la ricerca del successo, arrivato nel 2000 con l'album Infest, primo pubblicato per una major che ha aperto alla band le porte delle classifiche internazionali. Peculiarità del successo: un'indole sempre sfrontata e ribelle, una pulsione verso la musica più aspra come sinonimo di disagio e malessere adolescenziale. Un tappeto sonoro che comprende rock, funk, metal, hip hop, con testi affiliati e di denuncia sociale. 

La formazione (che del gruppo originario annovera solo Shaddix e il chitarrista Jerry Horton), propine l'ultimo lavoro, Croocked Teeth, disco numero nove della carriera, con un tiro che poco è cambiato nel tempo. Senza dimenticare pezzi storici come Last resort, Scars, Forever, Hollywood whore, Lifeline e Getting away with murder.
Per appassionati di emozioni forti. 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Settembre 2017, 15:51
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