Uova contaminate dal Fipronil, trovati dei campioni anche in Italia. "Sono a Roma e Ancona". A Milano sequestrate omelette surgelate

Uova al Fipronil anche in Italia. "Sono a Roma e Ancona". A Milano sequestrate omelette surgelate
ROMA - «Sono state rilevate due positività» nell'ambito dei controlli compiuti dagli Istituti zooprofilattici su 114 dei campioni esaminati per verificare eventuali contaminazioni da fipronil su uova, prodotti derivati e alimenti che li contengono. Lo rende noto il ministero della Salute precisando che è stata fatta «conseguente segnalazione alle Regioni e Asl competenti territorialmente per ulteriori accertamenti sulla fonte di contaminazione e l'adozione, in esito ad essi, di eventuali provvedimenti restrittivi». I due campioni positivi sarebbero stati trovati a Roma e Ancona



Il Ministero della salute, in collaborazione con le autorità sanitarie regionali e il Comando Carabinieri per la tutela della salute - si legge in una nota - ha proseguito nella scorsa settimana un'intensa attività di monitoraggio su uova, prodotti derivati e alimenti che li contengono, sia di provenienza estera che nazionale, per la ricerca di eventuali contaminazioni da fipronil».



Ad oggi, sono stati effettuati «42 campionamenti conoscitivi dai Nas su prodotti trasformati contenenti uova o derivati, prelevati nei negozi e supermercati su disposizione del Ministero del 14/8; 181 campionamenti dalle Regioni, nell'ambito del Piano di ricerca su pollame, uova, derivati disposto dal Ministero il giorno 11/8; 60 campionamenti dagli Uffici periferici del Ministero della salute per gli adempimenti comunitari (Uvac), per merci provenienti dai Paesi interessati dall'allerta». Il ministero aggiunge che «sono stati inoltre gestiti, con segnalazioni alle autorità territoriali e attività di rintraccio, i sei messaggi sul sistema di allerta comunitario Rasff che riguardavano anche l'Italia. L'attività delle autorità sanitarie centrali e periferiche prosegue, anche alla luce di quanto concordato nel corso di una riunione di verifica e coordinamento con le autorità regionali e i Carabinieri Nas in corso questa mattina presso il Ministero».

Milano, sequestrate omelette surgelate. A Milano è stata sequestrata una partita di omelette surgelate che, in seguito ai controlli fatti dall'Ats (l'ex Asl) della città metropolitana di Milano con i Nas, sono risultate prodotte con «uova contaminate dal Fipronil». A comunicarlo è l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera.

Ecco il nome Le omelette, ha spiegato l'assessore, sono state «commercializzate dalla ditta International Trade Group». Si tratta di «una partita di 'Atsuyaki Tamagò, questo il nome del prodotto, distribuito dall'azienda tedesca Kagerr, di cui l'International Trade Group è distributore per l'Italia». Il sequestro «riguarda 127 confezioni, (che riportano la data di scadenza al 16 febbraio 2018), di cui, dal 29 giugno scorso, 117 sono già state distribuite al consumatore finale». Gallera ha sottolineato che «è già stato dato l'ordine, come da normativa vigente, di esporre i cartelli all'interno dell'esercizio commerciale, per informare gli utenti e provvedere all'eventuale ritiro, qualora il prodotto non sia stato ancora consumato». «Colgo l'occasione per segnalare che il piano dei controlli sulle uova prodotte in Lombardia, in accordo con il Comando dei Carabinieri Nucleo Anti Sofisticazione, è stato completato - ha assicurato Gallera -: attendiamo i risultati, che dovrebbero arrivare entro venerdì.
In ogni caso fino a oggi non sono state segnalati casi non conformi»



Coldiretti: si pubblichi la lista delle aziende coinvolte
Fare i nomi delle aziende coinvolte, pubblicare come in Francia subito l’elenco dei prodotti coinvolti e togliere il segreto sulla destinazione finale di tutti i prodotti alimentari importati rendendo finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero. E’ quanto chiede il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo dal Meeting di Rimini nel commentare l’annuncio del Ministero della Salute. . Di fronte alle emergenze sanitarie provenienti dall’estero che si ripetono nell’alimentare occorre - precisa Moncalvo - intervenire subito con la trasparenza dell’informazione per evitare allarmismi che danneggiano imprese e consumatori. Lo scandalo delle uova contaminate con l’insetticida Fipronil e commercializzate in Europa - sottolinea la Coldiretti - riguarda esclusivamente quelle importate dall’estero ma le uova italiane possono essere riconosciute poiché è presente l’indicazione di origine su ogni guscio anche se è necessario migliorarne la visibilità scrivendo chiaramente per esteso, anche sulle confezioni e sui cartoni, da dove arrivano. Sul guscio delle uova di gallina - spiega la Coldiretti - c’è un codice che con il primo numero consente di risalire al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all’aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie), la seconda sigla indica lo Stato in cui è stato deposto (es. IT), seguono le indicazioni relative al codice Istat del Comune, alla sigla della Provincia e, infine il codice distintivo dell’allevatore. A queste informazioni si aggiungono - conclude la Coldiretti - quelle relative alle differenti categorie (A e B a seconda che siano per il consumo umano o per quello industriale) per indicare il livello qualitativo e di freschezza e le diverse classificazioni in base al peso (XL, L, M, S). La raccolta delle uova Made in Italy è assicurata da un patrimonio di oltre 41,6 milioni di galline accasate per la maggior parte in 1.600 allevamenti a gestione professionale secondo la Coldiretti che sottolinea come la produzione nazionale di 12,9 miliardi di uova è sicura ed in grado di soddisfare praticamente l’intero fabbisogno nazionale, senza ricorrere alle importazioni. Più della metà di questa produzione - sottolinea la Coldiretti - è concentrata nel Nord Italia con la Lombardia che guida le statistiche (27%), seguita da Veneto (22%) ed Emilia Romagna (21%) mentre al Sud è la Sicilia a rappresentare il polo di riferimento con il 5.3% della produzione nazionale. Nonostante questo l’Italia ha importato dall’Olanda 610mila chili di uova in guscio di gallina nei primi cinque mesi del 2017 ai quali si aggiungono pero’ anche 648mila chili di derivati come uova sgusciate e tuorli freschi, essiccati, congelati o diversamente conservati mentre non sono quantificabili gli alimenti venduti come paste e dolci realizzati con le uova a rischio, secondo una analisi della Coldiretti su dati Istat. Gli italiani - conclude la Coldiretti - consumano in media circa 215 uova a testa all’anno, di cui 140 tal quali mentre le restanti sotto forma di pasta, dolci ed altre preparazioni alimentari.

Ultimo aggiornamento: Martedì 22 Agosto 2017, 15:48
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