«Stellantis chiede incentivi
ma poi produce all’estero»

E sul caso Salis attacca Schlein: «Governo in ritardo? Se è più brava faccia lei»

«Stellantis chiede incentivi ma poi produce all’estero»

di Giammarco Oberto

«Quello che ho letto mi è parso abbastanza bizzarro», dice Meloni davanti all’hotel di Tokyo dove l’aspettano i giornalisti, sotto una suggestiva bufera di neve. E quello che ha letto è un’intervista a Bloomberg del ceo di Stellantis Carlos Tavares: «Senza sussidi all'auto elettrica, Mirafiori e Pomigliano sono a rischio tagli». Meloni non ci sta, e torna all’attacco di Stellantis come già due settimane fa durante il question time alla Camera. «Un manager di quel livello dovrebbe sapere che gli incentivi non possono essere rivolti a una sola azienda e che abbiamo investito un miliardo negli ecoincentivi». «Siamo sempre disponibili per creare posti di lavoro, ma - sottolinea - se poi si preferisce produrre auto all’estero non possiamo dire niente. Di certo non mi si venga a dire che l'auto è italiana». Dall’Italia rincara la dose Salvini: «Con tutto quello che agli italiani è costata l'ex Fiat - tuona - l'attuale Stellantis è l'ultima che può imporre, disporre o minacciare».

La situazione però è delicata. La crisi anticipata da Tavares ieri si è concretizzata con una doccia fredda per le tute blu dello storico stabilimento torinese di Mirafiori, emblema di quella che fu la Fiat. Dopo aver comunicato lo stop delle linee produttive dal 12 febbraio al 3 marzo, Stellantis ha annunciato ai sindacati altre 4 settimane di cassa integrazione, fino al 30 marzo. Una decisa frenata produttiva che l’azienda ha motivato con la crisi di mercato dell'auto elettrica che soprattutto in Italia fa fatica a decollare. La cig riguarda 2260 lavoratori sulle linee della Maserati e della 500 elettrica che fino ad aprile lavoreranno su un solo turno.

Caso Stellantis a parte, sull’asse Tokyo-Strasburgo c’è stato uno scambio di bordate tra Meloni e Schlein con al centro il caso Salis. Un caso di cui «il governo si è occupato con enorme ritardo e in modo del tutto insufficiente» ha detto la segretaria del Pd, che ha partecipato alla plenaria dell’Europarlamento. La premier la “gela” della nevicata di Tokyo: «Non so cosa intenda Schlein sul grave ritardo del governo, se è più brava di noi sicuramente saprà cosa fare». E Schlein replica: «Ci attacca dal Giappone. Deve essere il fuso orario, perché si dimentica che al governo c'è lei».

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Ultimo aggiornamento: Martedì 6 Febbraio 2024, 06:00