Scuole fredde, temperature in classe ‘da brividi’: studenti tra coperte e proteste
Gli investimenti pubblici
Non è dunque bastata la massiccia opera di restyling che il Governo ha messo in atto negli ultimi tre anni, dal momento del varo della ‘Buona Scuola’. Uno dei capitoli più importanti della riforma riguarda proprio la cura degli edifici scolastici: 400 milioni di euro per la sicurezza delle strutture, da tradursi in 1.636 interventi (ma ne mancano all’appello ancora la metà). Più altri 150 milioni per la manutenzione ordinaria (quella che dovrebbe interessare da vicino gli impianti di riscaldamento): 7.325 scuole coinvolte nel 2014 e altri 10mila interventi effettuati nel biennio 2015-2016 (questi ultimi finanziati con ulteriori 280 milioni). Il quadro dunque, nonostante gli sforzi, non sembra essere migliorato di tanto.
La protesta passa prima per i social
Nel frattempo, a studenti e professori, non restano che due armi a disposizione per difendersi: coprirsi e protestare. Le bacheche dei social network sono già piene di immagini che ritraggono ragazzi imbacuccati dalla testa ai piedi, avvolti in coperte di pile, attaccati ai termosifoni alla ricerca di un po’ di calore. Ma, a volte, le temperature sono ben al di sotto dei 20 gradi previsti come livello minimo di riscaldamento delle aule. Tra le foto postate si vedono termometri segnare anche 14-15 gradi. E, allora, non rimane che seguire l’altra strada: lo sciopero. Se non chiudono le scuole per ‘impraticabilità di campo’ sono gli studenti (e non solo loro) a interrompere la didattica.
Studenti in sciopero contro i riscaldamenti a singhiozzo
Le situazioni più critiche si sono registrate in tutto il Nord-Ovest: a Torino, già la scorsa settimana, centinaia di ragazzi sono scesi in piazza per segnalare guasti e malfunzionamenti in diversi istituti. Stessa cosa a Imperia, dove gli studenti del liceo Artistico hanno disertato le lezioni. Mentre a Lucca la protesta è arrivata fin sotto il palazzo della Provincia al grido di “No termosifoni? No lezioni”. Una situazione che, in queste ore, sta accomunando tante province dell’Italia occidentale – come Vercelli, Savona, Cuneo, Pistoia – ma anche del resto del Paese, dalla Lombardia alla Calabria. E se gli alunni sono troppo piccoli per passare all’azione, ci pensano i genitori: è successo a Roma, dove una sessantina tra mamme e papà hanno occupato una scuola materna dopo che uno sciopero del personale aveva lasciato i termosifoni spenti. Ma siamo solo all’inizio e, con queste premesse, è facile prevedere che assisteremo all’ennesimo inverno ‘da brividi’.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 11 Dicembre 2017, 19:59
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