Poliziotto eroe, l'ultima telefonata di Zorzino al 112: «C'è un uomo nel fiume». Poi si è buttato per salvarlo

«Mi chiamo Domenico Zorzino, sono un poliziotto, un'auto è caduta nel fiume Gorzone...», le ultime parole dell'agente che ha provato a salvare un uomo ma è morto insieme a lui

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di Domenico Zurlo

La sua storia ha sconvolto l'Italia: Domenico Zorzino, professione poliziotto, venerdì sera ad Anguillara (Padova) ha visto un'auto cadere nel fiume Gorzone, e non ha avuto dubbi. Si è gettato in quel fiume per salvare l'uomo nell'abitacolo, ma non ce l'ha fatta: sono morti entrambi, e li hanno trovati abbracciati, perché il poliziotto non lo ha mollato fino all'ultimo momento.

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Poliziotto eroe, l'ultima telefonata al 112

La stampa locale oggi riferisce delle ultime parole del poliziotto eroe, pronunciate al telefono con la centrale del 112: «Mi chiamo Domenico Zorzino, sono un poliziotto, un'auto è caduta nel fiume Gorzone...», avrebbe detto prima di tuffarsi in quel fiume per tentare di salvare Valerio Buoso, 75 anni, che ci era caduto dentro con la sua auto in seguito a un incidente.

Subito dopo Zorzino, legate ad un albero le due cagnoline che aveva al guinzaglio, si è buttato nel Gorzone, ma non è più riemerso. Quando li hanno trovati sul fondale, Zorzino stringeva ancora Valerio sotto alle spalle. Il padre dell'agente ha riferito alla stampa che il figlio, nella drammatica chiamata al 112, avrebbe annunciato l'intenzione di tuffarsi, ma questo particolare non è stato confermato dalle autorità di polizia.

 

Il gesto da eroe di un poliziotto

Un gesto da eroe, uno slancio spontaneo per aiutare un uomo finito nel fiume con la sua macchina. Senza pensare ai rischi. Un sacrificio costato la vita a Domenico Zorzino, 48 anni, poliziotto dell'anticrimine in servizio alla Questura di Padova. Le ricerche frenetiche dei vigili del fuoco, anche con l'elicottero, sono andate avanti fino a tarda sera, ma nessuna traccia dei due uomini. Se non il telefono cellulare dell'agente, trovato abbandonato sull'argine, attraverso il quale è stato possibile risalire all'identità del soccorritore.

Alle prime luci dell'alba la macchina dei soccorsi si è rimessa in moto, e a metà mattinata i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno ripescato i due corpi.

Erano in un punto seminascosto del fondale, a una decina di metri da dove era finita l'auto. Il poliziotto, hanno spiegato i soccorritori, tratteneva ancora vicino a sè, come in un abbraccio, il corpo dell'automobilista. Le perlustrazioni di venerdì sera non avevano permesso di individuare le due vittime per la scarsissima visibilità sul fondale. 

Il cordoglio per la tragedia

Una tragedia che ha scosso i soccorritori, i colleghi di lavoro dell'agente, i vertici delle istituzioni. Il presidente Sergio Mattarella ha appreso «con profonda tristezza» la notizia della morte dell'assistente capo Zorzino, «che, mentre era libero dal servizio, non ha esitato ad intervenire nel tentativo di soccorrere un automobilista, caduto con il proprio mezzo in un corso d'acqua in provincia di Padova». Al capo della Polizia, Lamberto Giannini, Mattarella ha scritto: «Nell'esprimere a lei e alla Polizia di Stato solidale vicinanza, la prego di far pervenire ai familiari le espressioni della mia commossa partecipazione al loro cordoglio».

Di uguale tenore i messaggi di cordoglio giunti dallo stesso Giannini, «il poliziotto - ha ricordato - lascia la moglie ed un figlio diciassettenne», dal presidente del Veneto, Luca Zaia, dal ministro dell'interno Matteo Piantedosi. «Il gesto altruistico e coraggioso compiuto dal poliziotto - ha affermato il responsabile del Viminale - testimonia ancora una volta l'alto senso del dovere degli uomini e delle donne delle Forze di polizia che operano quotidianamente a servizio dei cittadini anche mettendo a rischio la loro incolumità».

I colleghi della Questura di Padova l'hanno descritto come «un bravissimo poliziotto, un lavoratore sempre disponibile, preciso e attento». Tra le sue passioni, il ciclismo, le moto, e soprattutto il calcio, giocato dal figlio 17enne, del quale seguiva la squadra ogni volta che poteva. Era in servizio al Reparto prevenzione e crimine del Veneto dal 1996. Tra le espressioni di cordoglio, anche quella del sindacato Fsp Polizia, che ha sottolineato «la generosità e l'altruismo di chi porta una divisa». «I questurini sono così - ha concluso - danno la vita per gli altri».


Ultimo aggiornamento: Domenica 5 Marzo 2023, 18:34
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