Azoto al posto dell'ossigeno, il neonato resta invalido: tre condanne e maxi-risarcimento

Azoto al posto dell'ossigeno, il neonato resta invalido: tre condanne e maxi-risarcimento
Quando era nato, il 28 ottobre del 2010, un bimbo che oggi ha sette anni rischiava la vita e dava segni di sofferenza: per limitare l'insufficienza respiratoria si decise di intubarlo con l'ossigeno ma, a causa di un grave errore in seguito ad alcuni lavori, nei tubi del reparto del Policlinico di Palermo scorreva protossido di azoto, un anestetizzante aspirato dal neonato per oltre un minuto.

In seguito al clamoroso incidente, il bimbo riuscì a sopravvivere e rimase invalido al 95%. I genitori avevano quindi deciso di fare causa e chiedere un risarcimento danni. Il processo di primo grado, per lesioni colpose gravissime, si è concluso ieri con tre condanne. Il proprietario della ditta e il direttore dei lavori eseguiti all'impianto, Francesco Inguì e Aldo La Rosa, sono stati condannati a tre anni di reclusione, il massimo della pena prevista per questo tipo di reato, oltre a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Lo riporta Repubblica.it. Il giudice monocratico Marcella Ferrara ha anche condannato Enrico De Grazia, direttore del dipartimento materno infantile del Policlinico, oggi in pensione, a un anno e sei mesi con sospensione condizionale della pena.

La famiglia si è vista anche riconoscere un risarcimento da un milione e 100mila euro. I legali sono soddisfatti per l'esito del processo e sperano di arrivare presto al prossimo grado di giudizio, poiché la vicenda era a rischio prescrizione.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Settembre 2017, 13:37
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