L'uomo nega ogni accusa. Davanti ai due pm inquirenti, Donatina Buffelli della Procura Ordinaria e Anna Carbonara per quella Minorile, Nicolì, assistito dal proprio legale difensore avvocato Luca Puce, durante le tre ore di interrogatorio, ha negato quanto sostenuto nella lettera scritta da Lucio nell'istituto penitenziario di Quartuccio.
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«Sono sereno, anzi serenissimo. - ha detto il meccanico salentino ai giornalisti che lo attendevano fuori dal Tribunale - Ho ricostruito ai magistrati tutto, dove e come ho conosciuto Noemi e Lucio, dove ci vedevamo di solito (in un bar nel centro storico di Tricase), spiegando anche le numerose telefonate intercorse in un anno, circa un centinaio».
A Nicolì è stato anche chiesto dove si trovasse la notte tra il 3 e il 4 settembre scorsi quando Noemi uscì di casa senza farvi più ritorno. «Ho spiegato come, anche se era estate, - ha detto - mi trovassi a casa da prima di mezzanotte perché non sono un tipo a cui piace fare vita notturna».
Fausto Nicolì, in seguito ai contenuti della lettera di Lucio, è indagato per omicidio volontario, pornografia minorile (perchè Lucio asserisce che il meccanico era in possesso di un video nel quale si vede Noemi che fa sesso con un'altra persona) e sfruttamento della prostituzione (secondo quanto dichiarato da Lucio l'uomo avrebbe favorito rapporti tra altre persone e minorenni). Accuse che il meccanico respinge, asserendo che «la verità verrà fuori» e di essere «vittima di un piano preciso» riconducile ad una persona che lui chiama 'burattinaio' ma che altri non è che «il padre di Lucio, Biagio». «Io la mia posizione l'ho chiarita. - dice - Voglio vedere lui. Sono stato tirato in ballo senza un motivo solo perché ero la persona più comoda: conoscevo i ragazzi, qualche piccolo precedente, una caratterino un po? così, insomma gli faceva comodo per il suo piano».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Gennaio 2018, 18:52
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