Morto per l'amianto, ufficiale di marina riconosciuto “vittima del dovere”: alla figlia 200mila euro di risarcimento

ll tenente di vascello in servizio a Taranto per quasi quarant’anni a contatto con l’amianto. Il riconoscimento a dieci anni dalla morte

Morto per l'amianto, ufficiale di marina riconosciuto “vittima del dovere”: alla figlia 200mila euro di risarcimento

Un tenente di vascello della Marina militare in servizio a Taranto fino al congedo è stato riconosciuto dal Ministero della Difesa come "vittima del dolore". In seguito all'esposizione continua all'amianto presente sulle navi morì nel 2013 per un mesotelioma pleurico, un tumore raro causato proprio dalla vicinanza all'asbesto. 

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La diagnosi e la morte

La diagnosi gli era arrivata nel 2012, soltanto cinque mesi prima di morire, lasciando la figlia sola. Grazie all'Osservatorio Nazionale Amianto ha chiesto giustizia per la morte del padre, presentando poi un ricorso contro il ministero tramite il presidente Ezio Bonanni. Tra le richieste c'erano appunto il riconoscimento di vittima del dolore, un riconoscimento economico all'erede di circa 200mila euro e l'assegno vitalizio.

Richieste che il ministero ha attivato. 

 

Sempre a contatto con l'amianto

Il tenente di vascello è stato su varie imbarcazioni della Marina, in oltre 40 anni di carriera. «Ha svolto servizio in armeria che, insieme al deposito delle munizioni, sia nelle basi arsenalizie, compresa quella di Taranto, sia nelle unità navali, era coibentata con amianto friabile . si legge in una nota - Ha, inoltre, maneggiato materiali di amianto e contenenti la fibra killer». 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 29 Giugno 2023, 15:30
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