"Marina Ripa di Meana voleva morire con dignità". Maria Antonetta Coscioni racconta gli ultimi giorni

"Marina Ripa di Meana voleva morire con dignità". Maria Antonetta Coscioni racconta gli ultimi giorni
«Come molti altri in Italia non sapeva della possibilità della sedazione palliativa profonda. Quando le ho spiegato che cosa era e che avrebbe potuto farla a casa le si sono illuminati gli occhi, si è sentita sollevata, ha sentito di avere davvero libertà di scelta». Così, intervistata da Repubblica, Maria Antonietta Farina Coscioni racconta come ha aiutato e seguito Marina Ripa di Meana nella sua ultima decisione di ricorrere alla sedazione palliativa profonda.
 


«Ha avuto un primo incontro amichevole con la dottoressa Luigia Clarici, palliativista, che le ha illustrato nel dettaglio il percorso della sedazione. Marina ha subito deciso che si sarebbe dovuto far sapere che esiste questa possibilità», spiega. Si tratta di un sistema diverso dal suicidio assistito: «Nella sedazione palliativa si somministra una sostanza che induce il sonno, appunto una sedazione profonda. Nel secondo caso, invece, si prepara un farmaco che deve portare la morte. Il malato che sceglie la sedazione profonda è addormentato fino al momento in cui sopraggiunge la morte, non percepisce l'agonia del corpo». «C'è una discriminante precisa: non si somministra un farmaco che porta alla morte in un tempo ben preciso, che nel suicidio assistito può essere cronometrato. Il tempo di sedazione profonda, invece, dipende dalle condizioni del malato, che passa le sue ultime ore in un sonno profondo».
Ultimo aggiornamento: Domenica 7 Gennaio 2018, 09:41
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