Giuliano Castellino non è stato arrestato in piazza del Popolo prima di guidare l'assalto alla Cgil perché «in un contesto di particolare eccitazione e affollamento» si è temuto che ciò potesse provocare «reazioni violente da parte dell'interessato e dei suoi numerosi sodali con la conseguente degenerazione della situazione dell'ordine pubblico». Così la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha risposto a una interrogazione sulla gestione dell'ordine pubblico durante la manifestazione del 9 ottobre scorso. Il ministro ha ricordato anche che il leader romano di FN è stato oggetto «di diverse segnalazioni all'autorità giudiziaria per le violazioni alle prescrizioni al regime di sorveglianza speciale».
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Le spiegazioni non sono bastate alle opposizioni che continuano a criticare la gestione della piazza da parte del Viminale.
In un incontro faccia a faccia con il premier Draghi ha chiesto a nome di tutto il centrodestra di «guidare un percorso di pacificazione nazionale» perché «tirare fuori gli scheletri dal passato non fa bene all'Italia e non fa bene al governo». Intanto però altre 24 persone sono state identificate e denunciate a piede libero per aver partecipato attivamente agli scontri di sabato a Roma. L'accusa per tutti è di resistenza e violenza aggravate in concorso e manifestazione non autorizzata. Una quindicina di questi avrebbe fatto parte del gruppo che ha assaltato la sede Cgil. Questi ultimi sono accusati anche di devastazione, occupazione e danneggiamento.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 14 Ottobre 2021, 08:20
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