Emergenza senza fine, ecco chi sta incediando la Campania
di Leandro Del Gaudio
Eccola la pista battuta dalla Procura di Napoli, al centro delle indagini che tengono da oggi saldamente collegate le Procure di Nola e di Torre Annunziata, in uno scenario investigativo che ha macinato passaggi investigativi decisivi. A lavoro gli uomini della forestale del comandante Sergio Costa, ci sono piste e moventi ben definiti in una informativa trasmessa in queste ore all’autorità giudiziaria. Conoscono le sigle e le strategie di lotta, gli inquirenti non navigano a vista. Ma partiamo dai fatti, prima di approfondire le piste seguite in queste ore. A distanza di quindici giorni dalle prime fiamme, sono stati rinvenuti tre focolai, tre inneschi: uno a Ottaviano, uno a Ercolano e un altro a Torre del Greco. E non è tutto: i carabinieri forestali conoscono anche il sistema usato per appiccare le fiamme, che consentirà - come in ogni giallo che si rispetti - di risalire alla mano dell’assassino, alla regìa della devastazione. Una regìa unica, sembra di capire, che va tenuta ben distinta da quanto avvenuto in altre zone dell’area metropolitana, come Ischia o gli Astroni, come Posillipo o Pianura. Ancora qualche numero: su 1500 ettari di bosco protetto dall’Ente parco del Vesuvio, sono andati distrutti 150 ettari. La più grande sciagura boschiva che si è abbattuta in Italia. Divorato l’equivalente di 150 stadi San Paolo messi assieme, per intenderci. Un disastro «dalla chioma alla chioma» - altro record negativo - che ha allertato gli inquirenti sin dalle prime battute: le fiamme si sono diffuse dalla chioma di un albero all’altro, tanto erano alte.
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Ultimo aggiornamento: Martedì 18 Luglio 2017, 08:59
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