Dischetti di plastica invadono le spiagge italiane, risolto il mistero: scoperto cosa sono

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Una vera invasione di dischetti di plastica simili a filtri per cialde da caffè è stata registrata nelle ultime settimane sulle spiagge della costa tirrenica. Il danno ambientale è ingente, ma non è stato immediatamente possibile risalire alla natura dello sversamento, sulla quale è sorto un vero e proprio mistero che oggi ha una spiegazione. 

Dischetti di plastica sulle spiagge del Tirreno: da Capri alla Toscana. Sembrano cialde di caffè, ma non lo sono

È stato risolto il mistero dell'inquinamento da dischetti di materiale plastico che si sono riversati in più tratti costieri del Mar Tirreno Centrale, con picchi nei pressi dell'isola di Ischia, sul litorale campano e su quello laziale tra Fiumicino ed Anzio.



Il lavoro delle strutture centrali e periferiche del Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera ha accertato nelle vicinanze di un impianto di depurazione collocato in prossimità della foce del Sele e sugli argini del fiume, una forte concentrazione di questi filtri.

Dalle ulteriori verifiche sul depuratore sospetto, il personale della Guardia Costiera ha potuto accertare la fuoriuscita dei filtri che, a causa di un cedimento strutturale di una vasca dell'impianto, si sono riversati nel fiume Sele per poi confluire nel Mar Tirreno, dove, per effetto delle correnti, si sono distribuiti lungo le coste della Campania e del Lazio, fino a raggiungere il litorale meridionale della Toscana.

Determinante è stata l'attività del personale del Nucleo Speciale d'Intervento (N.S.I.) della Guardia Costiera, coordinato dal Reparto Ambientale Marino (R.A.M.) cui il Ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, ha conferito mandato per fare luce sulla vicenda. Una volta assodata la natura di «filtri a biomassa adesa» utilizzati per la depurazione delle acque reflue - spiega ancora la Guardia Costiera - gli accertamenti dei militari, svolti in modo capillare sul territorio interessato, si sono orientati verso la conferma della principale ipotesi investigativa, ovvero che questi materiali fossero stati rilasciati da impianti di trattamento dei reflui attraverso lo scarico diretto in mare o nei corsi d'acqua che sfociano in esso. 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 22 Marzo 2018, 16:35
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