America vs Cina, l’interesse dei consumatori digitali nel settore elettronica

America vs Cina, l’interesse dei consumatori digitali nel settore elettronica
Il settore dell’elettronica di consumo è da sempre uno di quelli che attira l’interesse dei consumatori digitali. Partendo dalla grande quantità di dati a disposizione, idealo - portale internazionale per la comparazione prezzi dei prodotti acquistabili online - ha scattato un’istantanea delle intenzioni di acquisto degli e-consumer, europei ed italiani, del settore tecnologico in generale, dal 2016 ad oggi. L’obiettivo è capire, categoria per categoria, in quale direzione geografica si orientano le preferenze: verso l’America, la Cina o verso altri paesi?

La ricerca inquadra le categorie più rilevanti per il confronto tra i due paesi, spesso alleati, a volte distanti, come accade in questi giorni, con la notizia del blocco di WhatsApp - il servizio di messaggistica dell’americano Facebook - di fatto inutilizzabile in Cina senza VPN. La ricerca è un modo per vedere come stanno cambiando le opinioni e gli interessi degli e-consumer dal punto di vista delle nazioni di produzione1.

La categoria degli smartphone è una delle più significative nel settore, in generale, e su idealo, in particolare. A prescindere dai dati sulle vendite ufficiali dei vari brand, il popolo dei consumatori digitali sembra spaccato in due proprio nella tendenza tra produttori cinesi e americani. Se gli utenti europei manifestano un interesse del 23,5% verso i brand cinesi e del 23,1% verso quelli americani, in Italia siamo decisamente più schierati (America batte Cina con il 30% dell’interesse contro il 26,1%). È interessante notare come l’interesse degli utenti della nostra penisola sia aumentato, dal 2016 al 2017, del 144% verso marchi statunitensi e solo del 53,9% verso quelli cinesi, a riprova di una certa diffidenza che ancora sembra esistere verso prodotti di quella provenienza o di una minor incidenza delle loro produzioni. Decisamente minore la variazione di interesse registrata da un anno all’altro da parte degli utenti europei, in ogni caso più attenti di noi a ciò che viene prodotto in Cina (+77,6% dal 2016 ad oggi, contro il +29,1% dell’aumento di interesse verso produzioni americane).

Un’altra delle categorie dove i due paesi spopolano è sicuramente quella dei notebook. La curiosità degli utenti a livello europeo mostra che i brand prodotti nelle due nazioni sono ai primi posti della classifica: notebook di origine americana al 34,5% e di origine cinese al 21,3% (altri in “pole position” sono quelli “made in Taiwan”2, con il 33,4% delle preferenze). Nel nostro paese la situazione è simile (pro America il 28,3% e pro Cina il 17,5%). Anche qui si trovano soluzioni prodotte a Taiwan, per il 27,8%. Rispetto all’anno precedente, sia in Europa, sia in Italia, l’interesse è in generale aumento verso i prodotti a stelle e strisce (rispettivamente del 34,4% e del 10%), mentre i dati rispetto alla crescita di quelli di origine cinese sono bassi o addirittura in calo (paesi europei con un +6,1% e Italia addirittura con un -14,4%).

Per quanto riguarda i tablet, la tendenza dell’interesse all’acquisto degli utenti è orientata, da un lato, verso l’America o la Cina, dall’altro, verso un’altra nazione: la Corea del Sud. Per i paesi europei le percentuali sono per il 41,9% a favore di prodotti americani (in aumento quasi del 30% rispetto allo scorso anno), del 18,9% a favore di prodotti cinesi (con un +19% rispetto allo scorso anno) e del 27,9% a favore di prodotti coreani. Da noi, invece, le scelte di bandiera si equivalgono, o quasi: filo-americane per il 30,1% (+160,2% rispetto al 2016), filo-cinesi per il 30% (+101,5% rispetto al 2016) e di nuovo la Corea con una fetta del 21,7% delle preferenze.

Due categorie di prodotto segnalano in particolar modo una notevole attenzione degli e-consumer per tutto ciò che viene dagli U.S.A.: si tratta di smartwatch e cuffie. Nella prima delle due, caratterizzata comunque da un’attenzione verso quello che arriva dalla Corea del Sud, i dati filo-americani sono significativi: in Italia ci si interessa a brand con questa provenienza per il 20,9%, nelle altre nazioni in esame per il 31,9%3. La curiosità degli utenti verso queste soluzioni, nell’ultimo anno, è aumentata nella penisola ben del 235,1% e nel resto d’Europa dell’81,4%. Nel caso delle cuffie lo schieramento dei consumatori è ancora più netto: gli italiani si informano su cuffie americane per il 59,6% e gli europei per il 52,3% del totale (con interesse in aumento nell’ultimo anno di oltre il 400%)4.

Le categorie di prodotto che invece mettono tutti d’accordo nel guardare verso Oriente sono relative a droni e schede video. I droni cinesi attraggono per l’80,4% i consumatori europei e per il 71,9% quelli italiani. La crescita dell’attenzione verso i droni che arrivano dalla Cina è netta soprattutto per l’Italia (dal 2016 ad oggi +236,6%). Su questo fronte si segnala la presenza della Francia al secondo posto delle classifiche5. Sul versante schede video, si valutano soluzioni cinesi per il 31,9% dall’Europa (curiosità in aumento nell’ultimo anno del 92%) e per il 32,8% dall’Italia (curiosità in aumento nell’ultimo anno del 149,7%); l’interesse in chiave americana, in entrambi i casi, non arriva al 10%, mentre i prodotti “made in Taiwan” superano il 50% delle ricerche totali ovunque.

“L’Italia si distingue per una tendenza verso brand di origine americana, soprattutto in determinati settori; nel 2017 le intenzioni di acquisto manifestate verso prodotti “made in U.S.A.” sono state il 30,91% in più rispetto a quelle dirette verso prodotti cinesi. Questo confermerebbe il fatto che la politica americana dell’ultimo periodo non ha influenzato l’opinione dei consumatori e che la Cina è forte, ma solo su alcune categorie di prodotto - commenta Fabio Plebani, Country Manager di idealo per l’Italia - Probabilmente il gap verrà colmato nei prossimi anni; grazie ad un canale globale come l’e-commerce, comunque, i consumatori digitali avranno sempre più possibilità di scoprire prodotti che arrivano da lontano e di fare scelte consapevoli, anche a seconda dei vari luoghi di produzione.”
Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Settembre 2017, 15:58
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