Gay Pride: striscione "W la f..." sul balcone. Cirinnà: pene rieducative per l'autore. Lui si difende: «Rivendico la parità per gli etero»

Gay Pride: striscione "W la f..." sul balcone. Cirinnà: pene rieducative per l'autore. Lui si difende: «Rivendico la parità per gli etero»

di Bianca Francavilla
Lo striscione con la scritta "W LA F..." esposto su un balcone di Latina il giorno del Lazio Pride, la manifestazione per difendere i diritti di omosessuali, bisessuali e transessuali è arrivato sotto gli occhi della senatrice Monica Cirinnà. A poche ore dall'accaduto, ha commentato: «Cosa farei al signore che ha messo il cartello? Se esistessero come negli Stati Uniti delle vere pene rieducative gli farei fare un bel corso presso una delle nostre case rifugio per le donne vittime di violenza e quello basterebbe a fargli capire non solo la sua volgarità ma soprattutto il segnale becero che ha dato a chiunque ha letto il cartello».

L'imprenditore di Latina ha allora voluto scrivere una lettera, che pubblichiamo.
«Sono l’autore dello striscione ”w la F…..” esposto dal mio balcone il giorno in cui nella mia città, Latina, si è tenuto il cosiddetto “Gay Pride” e successivamente rimosso a seguito dell’intervento, garbato e professionale, della locale Questura anche se, stranamente, non mi è stato spiegato quali norme avrei violato. L’ episodio ha avuto una diffusione assolutamente imprevedibile, ma è interessante e al contempo fantastico, constatare come la senatrice Monica Cirinnà, che dovrebbe essere sommersa e oberata da impellenti, complesse e devastanti incombenze, trovi il tempo per commentarlo a livello nazionale. Stupisce che una persona così eclettica nel battersi altruisticamente si scagli in modo antidemocratico, illiberale, intollerante e retrogrado nei confronti di chi rivendica il semplice diritto a testimoniare l’eterosessualità senza aver minimamente mancato di rispetto all' omosessualità o ad altro. Le sue ”garbate“ osservazioni denunciano la mancanza di qualche buona lettura di storia e di cultura generale di base, altrimenti saprebbe che il “programma di rieducazione" da lei tanto anelato, era praticato da uno dei regimi più feroci di tutti i tempi con a capo un signore di nome Pol Pot alla guida dei Khmer Rossi che instaurarono in Cambogia, nella metà degli anni 70, uno stato comunista del terrore che praticava in modo istituzionale e sistematico  l’assassinio di massa  a paragone  del quale Hitler sarebbe passato per un dilettante. Con (appena) qualche buona lettura, avrebbe saputo che nei cosiddetti “campi di rieducazione” furono soppressi circa quattro milioni di persone, bambini compresi, mentre a quelli superstiti si insegnava a recidere ogni legame con padre e madre per pervenire, mediante lavaggio del cervello e terrore, ad una sorta di “pensiero unico” che non ammetteva il minimo dissenso, pena la morte. Il mio modesto provocatorio dissenso di provincia, se vuole volgare, non è rivolto ai gay ma alle persone “perbeniste” come lei che, pur proclamando di facciata la libertà di opinione, pretendono tuttavia di stabilire e indicare al popolo cosa sia “politicamente corretto”, quale deve essere, su un qualunque tema sociale, il “pensiero unico” o la cosiddetta cultura “superiore”, quali sono, di contro, le divergenti  opinioni da mettere all'indice e censurare. Quello che ho scritto sullo striscione - come lei stessa è  costretta implicitamente  a riconoscere – equivale ad un  “W le donne” ma lei preferisce amplificare e strumentalizzare il solo termine gergale di uso corrente così da caricare di assoluto contenuto negativo e spregevole la mia testimonianza diretta invece a rivendicare semplicemente il diritto “naturale” a manifestarsi (anche) eterosessuali. Non ho personalmente alcun contenzioso con gli omosessuali, alcuni sono miei amici, ma rivendico il diritto alla parità di trattamento per gli eterosessuali, oggi invece paradossalmente ghettizzati in nome di un ipocrita  “protezionismo" a senso unico, tutto sbilanciato a favore di  altri orientamenti sessuali. Ma soprattutto rivendico il diritto a non pensarla come lei e di  poterlo fare  liberamente».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 28 Giugno 2017, 11:11
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