Celebrata a Roma la XII Giornata Mondiale per la promozione dell’azione contro le mine e gli ordigni bellici inesplosi

Celebrata a Roma la XII Giornata Mondiale per la promozione dell’azione contro le mine e gli ordigni bellici inesplosi
“Oggi ricorre la Giornata Mondiale contro le mine antiuomo. Rinnoviamo, per favore, l’impegno per un mondo senza mine!”. Così Papa Francesco su Twitter stamattina, 4 aprile 2017, in occasione della giornata dedicata. Si stima che ogni anno almeno ventimila persone vengano mutilate da queste mine, le quali uccidono anche dopo diversi anni dalla fine dei conflitti. Ne sono disseminate oltre cento milioni in tutto il mondo.

 

In occasione della XII Giornata Mondiale per la promozione dell’azione contro le mine e gli ordigni bellici inesplosi, indetta dalle Nazioni Unite nel 2005, l’Associazione Vittime Civili di Guerra e la Campagna Italiana Contro le Mine hanno organizzato a Roma, presso il Senato della Repubblica (Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani), la conferenza dal titolo “Mine Action: un investimento sull’umanità”.

La Giornata ha voluto mantenere viva l’attenzione nei confronti di una minaccia che continua a colpire le popolazioni sia durante, che dopo i conflitti. L’Avv. Giuseppe Castronovo (Presidente ANVCG) ha fatto gli onori di casa, dichiarando: «Spesso emergere un’espressione di stupore alla notizia che esistono ancora vittime civili di guerra in Italia. Dietro questa percezione si nasconde un errore di prospettiva fondamentale: la credenza che gli effetti delle guerre si esauriscano nel momento in cui si instaura una tregua o viene formalizzata la fine del conflitto. Per questo l’Associazione che mi onoro di rappresentare, sente forte il dovere morale di rafforzare la sua funzione di promuovere la pace e tutelare le vittime civili di guerra in qualunque parte del mondo esse si trovino: nessuno, infatti, può incarnare questo spirito meglio di chi, come noi, ha subìto nel proprio corpo e nella propria vita le offese della violenza bellica e, proprio in virtù di ciò, si impegna in prima persona perché non ci siano più altre vittime in Italia e nel mondo.

L’Italia, mi rivolto al Sottosegretario Della Vedova, si adoperi con tutta la sua forza politica, culturale e umana affinché regni la Pace in tutti i paesi del mondo come supremo bene dell’uomo». Successivamente il Sen. Benedetto Della Vedova (Sottosegretario agli Esteri) ha descritto il quadro italiano riguardo lo sminamento: «Esprimo la mia soddisfazione per l’iter che sta avendo il disegno di legge presentato dalla Sen. Amati contro il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona. Da molti anni l’Italia contribuisce al programma di sminamento nel mondo, con un occhio importante alle vittime. Il nostro Paese, in tal senso, ha investito circa 46 milioni di euro per lo sminamento, distruggendo inoltre le proprie scorte di mine antiuomo. In futuro ci concentreremo anche sulla riabilitazione delle vittime, con l’apertura di cinque centri  specializzati. Ringrazio, a nome del Governo tutto, le Associazioni impegnate per creare un futuro senza mine». Importante contributo anche dalla Sen. Silvana Amati (prima firmataria del disegno di legge “Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e sub-munizioni a grappolo”): «A settembre 2017 avremmo i 20 dalla convenzione di Ottawa e sarebbe meraviglioso “festeggiare” con il riconoscimento della legge per la quale io e molti miei colleghi ci stiamo battendo. Ringrazio l’Associazione Vittime Civili di Guerra per il supporto e la Campagna Italiana Contro le Mine, nella figura del dottor Giuseppe Schiavello, che ha proposto questa legge. Saremmo onorati se l’Italia rappresentasse un inizio per tale tipo di controllo ai finanziamenti».

Successivamente Alberto Cairo (delegato del Comitato Croce Rossa Internazionale Afghanistan) ha portato nel corso della conferenza la sua esperienza di vita: «Nel mondo, purtroppo, c’è una certa assuefazione all’argomento, ma il problema delle mine e degli ordigni bellici è attuale. Io vivo in Afghanistan da 27 anni e questa assuefazione, a tratti, ha colpito me, posso immaginare gli altri. In questo paese, l’anno prossimo, ricorrono i 70 anni dall’inizio della guerra: questo significa non avere futuro. Ogni anno, per esempio, si registrano 10.000 nuovi disabili afghani per mine, ordigni e residuati bellici. Ma costruire protesti, che era il mio lavoro, ci siamo accorti che non bastava. Ora, infatti, ci occupiamo anche di reinserire persone disabili all’interno della società; questo è il problema fondamentale che tutti dovremmo affrontare». A chiudere Giuseppe Schiavello (Direttore Nazionale della Campagna Italiana Contro le Mine): «Quelle di cui parliamo sono armi disumane. In tal senso ringrazio la Sen. Amati, che sta sposando in maniera concreta la nostra causa. La nostra collaborazione con l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra ha l’obiettivo di unire tutti quanti per richiedere a gran voce che si eviti la vendita di armi a paesi che non rispettano alcune convenzioni sulla tematica».

E’ stato presentato inoltre un documentario con materiale d’archivio RAI inedito, alla presenza di Nicolas Marzolino, ragazzo di Novalesa (TO) rimasto vittima nel 2013 dell’esplosione di un ordigno bellico in Piemonte, a causa del quale ha riportato gravissime infermità. Il tema affrontato durante la conferenza è sicuramente d’attualità, anche per quanto riguarda il territorio romano. Basti pensare alla zona dei Castelli, spesso scenario di rinvenimenti riguardanti ordigni inesplosi risalenti alla II Guerra Mondiale. L’ultimo caso, verificatosi a dicembre 2016, riguarda Castelgandolfo, con i fondali del lago Albano colmi di bombe inesplose.
Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Aprile 2017, 19:13
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