Terrorismo, tunisino arrestato a Roma: cercava reclute per l'Isis in carcere

Terrorismo, tunisino arrestato a Roma: cercava reclute per l'Isis in carcere

di Davide Manlio Ruffolo
Reclutava aspiranti jihadisti, all'interno delle carceri italiane, e organizzava spedizioni punitive nei confronti dei detenuti cristiani perché ritenuti infedeli. Queste le contestazioni mosse dalla Procura di Roma nei confronti di Saber Hmidi, 34enne tunisino, finito agli arresti nell'ambito di una maxi operazione da parte della Digos.

L'ordinanza di custodia cautelare gli è stata notificata nel carcere di Rebibbia dove il presunto terrorista era già detenuto per altri reati. Nella stessa operazione, denominata Black Flag, sono state effettuate numerose perquisizioni in tutto il Lazio. L'arrestato, secondo quanto è emerso dalle investigazioni, è affiliato all'organizzazione terroristica Ansar Al-Sharia, quest'ultima legata sia ad Al Quaida che ad Isis. L'indagine ha preso origine da un controllo stradale, avvenuto nel 2014, da parte delle forze dell'ordine che avevano fermato un'automobile sospetta in cui viaggiavano due persone dall'aspetto nord africano. Alla guida del veicolo c'era proprio Hmidi che, immediatamente, era sceso dall'auto impugnando una pistola mentre il suo complice scappava. 

Attimi di panico in cui la prontezza degli agenti aveva permesso di arrestare e disarmare il tunisino che, per questi fatti, venne condannato a 3 anni e 8 mesi. Nella sua casa di Roma, sottoposta a perquisizioni nello stesso anno, gli investigatori trovarono 30 cellulari, 10 computer e l'ormai tristemente nota bandiera nera usata dai terroristi islamici. Dalle successive indagini è stato possibile risalire al suo percorso di radicalizzazione, iniziato nel 2011 nel carcere di Velletri e che successivamente lo ha visto entrare e uscire da ben 5 carceri italiane dove aveva operato in qualità di reclutatore per conto delle note organizzazioni terroristiche.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Gennaio 2017, 09:15
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