Aggressione stazione Milano, "Hosni ha rubato i coltelli poco prima"

Aggressione stazione Milano, "Hosni ha rubato i coltelli poco prima"
MILANO - Ismail Tommaso Hosni, il 20enne che due giorni fa ha ferito un agente e due militari alla stazione Centrale di Milano, avrebbe rubato poco prima in un supermercato i due coltelli da cucina che teneva nascosti nelle tasche della felpa e con cui ha sferrato fendenti dopo essere stato fermato per un controllo.



Lo ha detto lo stesso giovane dopo l'arresto. Si indaga per capire se con i coltelli appena rubati il giovane, che si stava radicalizzando, fosse già intenzionato a compiere un'azione violenta prima di essere avvicinato dalla pattuglia.

Nelle prime parole dopo l'arresto di giovedì sera il giovane, oltre a raccontare di sentirsi «solo e abbandonato» ma anche «esasperato», avrebbe anche riferito, da quanto si è appreso, che quei due coltelli che teneva nelle tasche della felpa (girava con le mani nelle tasche e il cappuccio della felpa alzato nel mezzanino della stazione) li aveva da poco rubati in un supermercato della zona.

Per inquirenti e investigatori, dunque, non si può escludere che il 20enne, che viveva in strada da un anno e mezzo e che da qualche mese si era avvicinato alle idee dell'estremismo islamico (nel profilo a lui attribuibile c'erano video sull'Isis), fosse già pronto, anche prima di essere sottoposto al controllo, a compiere un'azione violenta.

Uno degli interrogativi e dei punti centrali dell'inchiesta, infatti, è proprio la reazione sproporzionata che il giovane ha avuto quando si è avvicinata la pattuglia mista. Intanto, nell'ambito dell'inchiesta per tentato omicidio e terrorismo internazionale, coordinata dal capo del pool dell' antiterrorismo milanese Alberto Nobili e dai pm Alessandro Gobbis e Maura Ripamonti, si sta scavando nel passato e nelle frequentazioni di Hosni, a partire dal libico Ahmed Jbali, 23 anni, che venne arrestato con lui per spaccio nel dicembre scorso.

Libico che, tra l'altro, già prima dell'episodio di due giorni fa, figurava in una relazione degli investigatori dell'antiterrorismo perché su di lui ci sarebbero state indicazioni su una presunta vicinanza all'ambiente dell'integralismo islamico.
Il libico potrebbe anche essere già stato individuato e sentito nell' indagine. Si cerca di capire, infatti, se Hosni, uno 'sbandatò che stazionava tra la Centrale e via Padova, possa essere stato indottrinato da qualcuno, anche se al momento non sarebbe emersa alcune rete di soggetti attorno a lui. Nella richiesta di misura cautelare in carcere i pm hanno evidenziato il pericolo di reiterazione del reato da parte di Hosni.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 26 Maggio 2017, 18:13
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