Corteo contro le mafie, in migliaia con Don Ciotti: "Siamo tutti sbirri"
Sono alcuni ragazzi minorenni originari di vari Paesi africani giunti in Calabria nei mesi scorsi a bordo di barconi a portare una grande bandiera con i colori della pace che segue i familiari delle vittime innocenti delle mafie che aprono il corteo di Libera. Ad assisterli il mediatore culturale Franck Mba, camerunense, arrivato a Milano nel 2002 e poi trasferitosi nella Locride proprio per aiutare i giovani migranti minorenni. I ragazzi stanno seguendo corsi di alfabetizzazione e di italiano. Hanno presentato tutta la documentazione necessaria e sono in attesa della decisione dell'apposita Commissione sulla loro richiesta di asilo politico.
«Orgogliosa di avere sposato uno sbirro». È la scritta che la vedova del brigadiere Antonino Marino, ucciso a Bovalino il 9 luglio del 1990, ha scritto sulla propria camicia bianca con la quale sta marciando a Locri nel corteo di Libera. «Quando ho visto le scritte di ieri - ha detto - mi sono arrabbiata, mi si è rivoltato lo stomaco. Da qui l'impulso di fare questa maglietta. Sono moglie e mamma di un carabiniere e oggi mi sento la mamma di tutti i carabinieri d'Italia. Gli sbirri sono persone perbene. Rispetto!».
«Oggi a Locri siamo tutti sbirri. Ricorderemo tanti nomi di esponenti delle forze dell'ordine che hanno perso la vita e nessuno li può etichettare e insultare». A dirlo don Luigi Ciotti dopo le scritte offensive comparse ieri a Locri.
Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Marzo 2017, 11:56
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