Sedicenne suicida, fu la madre a chiamare la Finanza. "Li ringrazio"

Sedicenne suicida, fu la madre a chiamare la Finanza. "Li ringrazio"
«Vi vogliono far credere che fumare una canna è normale, che faticare a parlarsi è normale, che andare sempre oltre è normale. Qualcuno vuol soffocarvi». Lo ha detto ai giovani la madre del ragazzo suicida durante i funerali. «Diventate protagonisti della vostra vita e cercate lo straordinario. Straordinario è mettere giù il cellulare e parlarvi occhi negli occhi. Invece di mandarvi faccine su whatsapp, straordinario è avere il coraggio di dire alla ragazza sei bella invece di nascondersi dietro a frasi preconfezionate».

«Straordinario è chiedersi aiuto proprio quando ci sembra che non ci sia via di uscita. Straordinario è avere il coraggio di dire ciò che sapete. Per mio figlio è troppo tardi ma potrebbe non esserlo per molti di voi, fatelo», ha detto la donna. «Noi genitori invece di capire che la sfida educativa non si vince da soli nell'intimità delle nostre famiglie, soprattutto quando questa diventa una confidenza per difendere una facciata, non c'è vergogna se non nel silenzio: uniamoci facciamo rete», ha aggiunto. «In queste ore ci siamo chiesti perché è successo, ma a cercare i perché ci arrovelliamo. La domanda non è perché, ma come possiamo aiutarci. Fate emergere i vostri problemi», ha detto la madre ai ragazzi.
 
 

«Un pensiero particolare va alla Guardia di Finanza. Grazie per avere ascoltato un urlo di disperazione di una madre che non poteva accettare di avere suo figlio perdersi ed ha provato con ogni mezzo di combattere la guerra contro la dipendenza prima che fosse troppo tardi», ha aggiunto la madre durante i funerali ai quali hanno partecipato finanzieri in borghese. «Non c'è colpa nè giudizio nell'imponderabile e dall'imponderabile non può che scaturire linfa buona con ancora più energia per la lotta contro il male, grazie».

«Le ultime parole sono per te, figlio mio. Perdonami per non essere stata capace di colmare quel vuoto che ti portavi dentro da lontano», ha detto rivolgendosi al figlio durante i funerali Antonella Riccardi, la madre adottiva del ragazzo suicida a Lavagna. «Voglio immaginare che lassù ad accoglierti ci sia la tua prima mamma e come in una staffetta vi passiate il testimone affinché il tuo cuore possa essere colmato in un abbraccio che ti riempia per sempre il cuore», ha aggiunto la donna che in chiesa era accompagnata dal padre adottivo del ragazzo e suo ex marito Marco Bianchi. «Fai buon viaggio piccolo mio», ha concluso la donna. 

LO STRISCIONE AI FUNERALI «Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta». Recita così uno striscione appeso alla balconata della chiesa di Santo Stefano di Lavagna già strapiena dentro e fuori per il funerale del sedicenne che l'altro ieri si è tolto la vita gettandosi dalla finestra della sua abitazione mentre era in corso un controllo della Guardia di Finanza che qualche ora prima lo aveva sorpreso con della droga leggerla durante un controllo fuori dalla scuola. Tanti giovani, tanti amici della famiglia, le divise della Virtus Entella e il simbolo del gruppo folcloristico a cui il giovane apparteneva. Nei manifesti che annunciavano le esequie la famiglia ha voluto ringraziare anche la Guardia di Finanza quasi a non voler colpevolizzare i militari per quel che è successo. 

Occhi lucidi e facce incredule. Un muro di persone all'ingresso della basilica di Lavagna divenuta improvvisamente piccola perché sono tante le persone che si sono strette attorno alla famiglia del giovane suicida. Sulla bara, portata a spalla in chiesa, la maglia della Virtus Entella quella con il numero 15 che indossava nel settore giovanile del club calcistico, la cosiddetta Accademy. Un altro striscione recita una frase della canzone di Francesco Guccini «Canzone per un'amica», «Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi..».

A celebrare le esequie Don Andrea Buffoli, cappellano della Virtus Entella. «Ai ragazzi qui presenti voglio dire due cose: parlate di voi e della vostra vita, perché vuol dire farsi volere bene ed essere accolti, non abbiate paura di farlo. E la seconda cosa è noi non siamo i nostri sbagli ma siamo le nostre cose belle. Se n'è andato in modo tragico e assurdo ma voi qui testimoniate il bene che gli avete dato e che da lui avete ricevuto. Questo amore va custodito. È stato un riferimento per tanti: era una bandiera e come tutte le bandiere per essere animate hanno bisogno di vento». Ieri il padre aveva detto: «Non sono stato un bravo padre, non ho saputo capire mio figlio». 

SAVIANO: RIFLETTERE SU LEGALIZZAZIONE «Il suicidio del sedicenne di Lavagna trovato in possesso di 10 grammi di hashish ci obbliga a riflettere sulla necessità di legalizzare le droghe leggere. Sulla necessità di farlo subito e di farlo bene. Non è evidente anche per voi che il proibizionismo ha fallito e che fa più vittime delle vite che vorrebbe salvare?». Lo afferma lo scrittore Roberto Saviano, in un post su Facebook. «Il suicidio del sedicenne di Lavagna trovato in possesso di 10 grammi di hashish - premette - ci obbliga a trovare risposta a domande che forse preferiremmo non porci. Domande che io rivolgo a voi: ha più senso tracciare il fumo prima che arrivi nelle mani dei sedicenni o ha più senso punire il sedicenne consumatore? È più accettabile che un sedicenne possa acquistare fumo in un coffee-shop o da spacciatori che hanno anche altro da vendere e soprattutto hanno a che fare con un sottobosco criminale dal quale sarebbe consigliabile tenersi alla larga?».
 

«Il fumo che si spaccia davanti alle scuole, nelle discoteche, negli stadi e ovunque ci siano ragazzi è fornito dai cartelli criminali. Il problema sono loro o sono gli studenti che fumano? Si dirà: ma se non parti dal piccolo come arrivi al grande? Falso, perché il rischio è che si parta dal piccolo per fare gran numero di fermi e di perquisizioni, perché arrivare alla gestione delle basi è complicatissimo. Non sto attribuendo responsabilità personali, ma non è evidente anche a voi la sproporzione tra l'auto della Guardia di finanza, con il lampeggiante acceso, ferma sotto casa del ragazzo di Lavagna e l'assenza totale di forze dell'ordine nelle piazze di spaccio a cielo aperto delle periferie romane o napoletane, da dove presumibilmente quel fumo era arrivato? In quei luoghi, per loro stessa ammissione, Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza hanno difficoltà a entrare e a effettuare i seppur minimi controlli». 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Febbraio 2017, 22:11
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