Stefano Feniello, ira del papà Alessio a Pomeriggio 5: "Ora vi faccio passare i guai"

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di Margherita Siani
Scontro a «Pomeriggio 5», il programma domenicale di Canale 5 condotto da Barbara D’Urso, tra il padre di Stefano Feniello e il sindaco di Farindola, Italio Lacchetta, sull’allarme valanga mai dato, sulle connessioni internet del Comune che erano saltate, sulla viabilità impraticabile, sulla chiusura delle scuole e non dell’hotel. Dopo i funerali del ragazzo, che si sono tenuti sabato pomeriggio, lo scontro sulle responsabilità, su tutto ciò che è accaduto prima che la slavina spazzasse via albergo e vite al Rigopano, è sempre più acceso. E si sposta in tv, con un confronto diretto, con domande specifiche e risposte con cui il sindaco cerca di spiegare quei momenti e tutto ciò che il Comune ha fatto.

«Consentimi di dare un grande abbraccio ad Alessio - dice il sindaco al papà di Stefano, aprendo il collegamento in tv -. A lui e alla sua famiglia va il pensiero mio e dell’intera comunità». Ma Alessio gli risponde con toni completamente differenti: «Non accetto l’abbraccio del sindaco, ieri ho abbracciato la bara di mio figlio e gli ho promesso che non mi fermerò. Mi vendo tutto, vado a dormire alla stazione di Pescara, ma vi faccio passare i guai». E poi giù con le domande: «Perché invece ha chiuso la scuola e non l’albergo?». Il sindaco ricorda che si tratta di una struttura privata e che non c’era un problema viabilità comunicato dalla Provincia, che avevano richiesto sin dalla mattina quella turbina e, quanto alla scuola, la chiusura era stata disposta per la mancanza di sicurezza del trasporto agli studenti e non della scuola stessa, che invece era sicura. Domande e risposte secche, anche su fatti specifici, come la connessione internet che mancava al Comune ma era attiva sul cellulare del sindaco. 

I toni si fanno duri, Alessio Feniello dice al primo cittadino: «Vergognatevi, lei è una persona inutile, cambi mestiere»,sostenendo di aver fatto tutto ciò che doveva per creare le condizioni affinché le 29 vittime del Rigopiano, e quindi il suo Stefano, potessero salvarsi. Il sindaco tenta di rispondere con calma, ascolta le parole dure e dice: «Capisco il suo dolore; il mio cellulare è a disposizione degli inquirenti per la verifica di tutto ciò che è accaduto e delle comunicazioni di quei momenti». 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 30 Gennaio 2017, 12:15
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