Delitto di Pordenone, Rosaria alle amiche:
"Mi sento in colpa, l'omicidio per colpa mia"
«Rosaria - ha proseguito il magistrato - temeva di essere stata ricollegata al delitto per essere entrata nel profilo Facebook anonimo. Un dettaglio quest'ultimo che le amiche ci hanno riferito e che non potevano aver appreso dalla stampa, e che quindi può essere frutto solo del fatto di averla ascoltata dall'interessata. Circa i messaggi inviati dal profilo, una ventina in tutto, sono stati inviati tutte le volte che Ruotolo era in servizio e aveva accesso ai pc della caserma da cui sono partite le missive vessatorie. Tre amiche hanno anche riferito che la Patrone, in un'occasione accompagnata dalla mamma, consegnando dei "pizzini" in cui si sollecitava le amiche a restare in silenzio, le invitava a non far trapelare nulla del profilo Facebook, parlando con loro soltanto all'aperto e coi telefonini spenti - ha concluso - per paura di essere controllata dai Carabinieri».
Ultimo aggiornamento: Martedì 8 Marzo 2016, 13:57
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