Fidanzati killer, primo incontro in tribunale.
Antonio si è ferito: "Non regge il carcere"

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Primo incontro dopo tre mesi oggi nel Tribunale dei minori di Ancona fra Antonio Tagliata, 18 anni, e la fidanzatina 16enne, accusati di concorso in omicidio per la morte dei genitori di lei, Fabio Giacconi e Roberta Pierini, uccisi da Antonio a colpi di pistola il 7 novembre scorso, perché si opponevano alla loro storia d'amore.

Tagliata, giacca a vento blu con il cappuccio, è entrato a testa bassa nel Tribunale, la ragazzina, piumino verde, è arrivata poco dopo di lui, scortata da agenti in borghese dall'istituto minorile di Napoli. Antonio, detenuto nel carcere di Marino del Tronto ad Ascoli Piceno, nei giorni scorsi si è procurato ferite alle braccia: un nuovo gesto autolesionistico, emerso a margine dell'udienza davanti al Gup dei minorenni, in cui il ragazzo viene sentito nel procedimento a carico della ragazzina.

A riferire dei tagli ai cronisti è stata la zia paterna del giovane, Antonella. Già all'inizio di gennaio il 18enne aveva bevuto candeggina ed era stato accompagnato in ospedale per accertamenti: ieri lo psichiatra Renato Ariatti è stato incaricato di valutare se le condizioni psichiche del ragazzo siano compatibili con la detenzione in cella. «È un bambino buono e in carcere non sta reggendo», ha detto la zia, che ha citato anche di alcune lettere spedite alla famiglia in cui Antonio afferma di sentire 'voci' che lo spingono a farsi del male.

«Non è una mente diabolica, né un malandrino, ha solo 18 anni, è stato istigato. È crollato dal primo giorno, temiamo che si uccida.
Chiediamo aiuto per lui, cosa stiamo aspettando, la sua morte?». «Quando una persona ha questi problemi - ha insistito la donna - deve andare in una casa di cura. Antonio aveva già bisogno di cure prima, ne ha bisogno a maggior ragione adesso. È 'imbambolato', imbottito di medicine da mattina a sera. Il carcere non è per lui. Perché non lo sorvegliano, non lo aiutano?». Quanto al delitto, Antonella Tagliata ammette che è stata una cosa «molto grave». «Dispiace a tutti noi quello che è successo ma non potevamo mai pensare a una disgrazia del genere».

Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Febbraio 2016, 13:45
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